Il caffè influisce sul colesterolo: attenzione a questi due metodi di preparazione
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Il caffè influisce sul colesterolo: attenzione a questi due metodi di preparazione

caffè espresso bar

Il caffè può aumentare il colesterolo? I due metodi di preparazione che possono influenzare negativamente i livelli di LDL.

Il caffè è una delle bevande più diffuse e amate al mondo, ma spesso è anche al centro di una lunga serie di falsi miti. Ci si chiede se faccia aumentare la pressione, se provochi problemi al cuore, o se il decaffeinato sia realmente equivalente alla versione classica. Come riportato da menshealth.com, il dottor José Abellán, cardiologo, cerca di fare chiarezza, partendo da una premessa scientifica: “In generale, il caffè è una delle bevande più salutari che possiamo consumare”. Tuttavia, anche una bevanda benefica può avere effetti indesiderati se consumata o preparata nel modo sbagliato. E uno degli aspetti più sottovalutati riguarda proprio il suo possibile impatto sul colesterolo.

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Il caffè non è pericoloso, ma può influenzare i grassi nel sangue

Secondo Abellán, il caffè non è responsabile diretto di problemi cardiaci nella popolazione sana. “È vero che può far alzare la pressione, ma si tratta di un effetto lieve e temporaneo, che scompare nel giro di quattro o sei ore”, spiega. Lo stesso vale per eventuali aumenti della frequenza cardiaca: “In soggetti sani, il caffè non causa aritmie. Può dare qualche palpitazione, ma non aritmie pericolose”. I problemi iniziano, però, quando si parla di colesterolo, e in particolare del colesterolo LDL.

Il caffè, infatti, contiene sostanze chiamate diterpeni, in particolare cafestolo e kahweol, che possono contribuire ad aumentare il colesterolo LDL e il colesterolo totale. Questi composti si trovano in concentrazioni maggiori nel caffè preparato con metodi che non utilizzano un filtro, come l’espresso o la French press. È proprio qui che va posta l’attenzione.

Il metodo di preparazione fa la differenza

Come spiega lo specialista, “il caffè può influenzare i livelli di colesterolo, soprattutto quello espresso o preparato con la French press”. Questo tipo di preparazione non utilizza un filtro in grado di trattenere i diterpeni, permettendo così a queste sostanze di finire nella bevanda e quindi nel nostro organismo. Per ridurre questo rischio, Abellán consiglia un’alternativa chiara: “Il miglior caffè è quello filtrato, da bere amaro o con poco latte, e senza zucchero”. Il caffè filtrato con carta, infatti, trattiene la maggior parte dei diterpeni e riduce sensibilmente l’impatto sul colesterolo.

Anche il decaffeinato ha un ruolo, sebbene leggermente minore: “Il caffè non è solo caffeina: contiene anche vitamine, minerali e polifenoli. Tuttavia, il decaffeinato ha un effetto benefico minore rispetto al caffè normale”. Quanto alla quantità giornaliera raccomandata, il medico chiarisce che “una dose considerata sicura è fino a 450 milligrammi di caffeina al giorno, l’equivalente di circa quattro o cinque caffè”. In gravidanza, invece, è preferibile restare entro i 150‑200 milligrammi, cioè uno o due caffè al massimo.

Il caffè resta una bevanda salutare, ma è essenziale fare attenzione a come viene preparato, soprattutto se si hanno valori di colesterolo elevati o una predisposizione alle malattie cardiovascolari.

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ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2025 16:22

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