Hanno consumato alcolici durante una festa di Capodanno insieme a delle donne: in Iran alcuni calciatori sono stati arrestati.
La politica ferrea del regime dell’Iran continua con la sua opera di arresti ed esecuzioni. Stavolta ad essere arrestati sono alcuni calciatori in attività ed ex calciatori, che per la notte di Capodanno si sono dati ai festeggiamenti con l’alcol.
L’arresto degli sportivi
Si tratta di alcuni sportivi ed ex sportivi di una delle squadre più importanti di Teheran, la capitale. Le forze dell’ordine hanno condotto alcuni arresti nella giornata di ieri, 31 dicembre, di sera, in occasione di una festa mista a Damavand, in Iran.
La notizia è giunta attraverso una comunicazione dell’agenzia Tasnim. Inoltre ha spiegato che “alcuni di questi erano in uno stato anomalo a causa del consumo di alcol“. Stando ad alcune indiscrezioni, pare che la polizia morale sia intervenuta nel momento in cui alcuni vicini hanno segnalato il festino.
Attualmente, in Iran è in vigore la sharia dalla Rivoluzione iraniana. Ciò significa che il consumo dell’alcol è illegale, nonostante con il precedente regime, di Pahlavi, ne fosse consentito il consumo. Proprio per questo motivo è vietato importare, consumare, detenere e vendere prodotto alcolici.
La loro colpa è quella di aver partecipato ad un festino notturno con tanto di alcol per la notte di Capodanno. Avrebbero inoltre consumato le bevande insieme ad alcune donne. Per questo motivo, i noti calciatori ed ex calciatori di una squadra di Teheran sono stati arrestati in una casa privata a Damavand.
Ancora non è stato diffuso il nome della squadra a cui appartengono gli sportivi, né le loro identità. La stampa locale ha riferito che “gli arrestati hanno consumato drink alcolici e alcuni di loro non erano in uno stato normale proprio per via del consumo di alcol”. Inoltre la presenza di donne ha aggravato la situazione. La Rivoluzione islamica del 1979 vieta sia il consumo di alcol che la partecipazione alle feste miste. Adesso, in seguito alla morte della giovane Mahsa Amini e con le conseguenti proteste insorte, il regime sta attuando una politica ancora più proibizionista in questo senso.