Dalla Champions al baratro economico: la DNCG scende in campo, il club annuncia ricorso
Il 24 giugno 2025 segna una giornata storica e amara per l’Olympique Lyonnais, per la prima volta retrocesso dalla Ligue 1 non sul campo, ma a causa di gravi problemi finanziari. Il club, sette volte campione di Francia, è stato destinato alla Ligue 2 per l’impossibilità di rispettare le norme economiche imposte dalla DNCG, la direzione nazionale per il controllo di gestione del calcio francese
Il caos dei debiti: oltre mezzo miliardo di passivo
La decisione amministrativa segue un lungo monitoraggio da parte della DNCG, iniziato già il 15 novembre 2024, quando il Lione ricevette un avvertimento ufficiale: se i conti non fossero stati sanati, sarebbe scattata la retrocessione d’ufficio. I numeri parlano chiaro: un debito stimato tra i 500 e i 550 milioni di euro, non compensato neppure dalla vendita del talentuoso Rayan Cherki al Manchester City o da altri affari conclusi in sede di mercato.
L’intervento della DNCG: inappellabile o quasi?
Il pronunciamento finale della DNCG – definito “clair et net” – ha trovato il club incapace di fornire garanzie finanziarie credibili. Il Lione ha presentato in extremis un dossier difensivo che includeva la cessione di asset e iniezioni di capitale, ma non è stato sufficiente a evitare il collasso amministrativo. Tra la stagione politica e sportiva, la retrocessione non muta: nonostante un sesto posto in classifica e la qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Europa League, oggi questi successi sono stati vanificati.
Ricorso in arrivo, incertezze sul futuro
Il club non si arrende e annuncia l’intenzione di fare ricorso nei prossimi sette giorni, puntando a far valere nuovi piani di rientro e le promesse di nuovi soci (come Eagle Football Group). Tuttavia, le fonti locali sottolineano le difficoltà: il buco è troppo profondo, e la DNCG era già stata avvisata a novembre .
Ripercussioni a catena: dalle solidarietà alla UEFA
La retrocessione ha ripercussioni immediate anche su altre società collegate. Il Crystal Palace, co-proprietà di John Textor, potrebbe risolvere un potenziale caso di conflitto di interessi UEFA, poiché due club dello stesso gruppo non possono partecipare alle competizioni internazionali. In Francia, invece, la mancanza del Lione tra i protagonisti indebolisce il pregio e l’appeal sportivo della Ligue 1.