Meteo, caldo record anche nei prossimi anni

Meteo, caldo record anche nei prossimi anni

Il caldo anomalo, protagonista indiscusso dell’ultimo anno, è una conseguenza diretta del riscaldamento globale.

Se il 2022 è stato definito come l’anno più caldo della storia, non fatevi cogliere impreparati nei prossimi anni. Dalle rilevazioni dell’Organizzazione meteorologica mondiale, emerge che entro il 2027 ci sarà uno degli anni più caldi dalla fine del XIX secolo, e al 66% il riscaldamento globale raggiungerà la soglia fatidica di 1,5 gradi.

Caldo

Temperature destinate a salire

Al 98%, un dei prossimi cinque anni sarà più caldo del 2016, contraddistinto dall’episodio di El Nino, ovvero quel fenomeno climatico presente nelle acque superficiali nell’Oceano Pacifico occidentale che tende ad innalzare la temperatura media del pianeta.

Temperature significativamente elevate sono state registrate già il mese scorso, in Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria e Vietnam (con 44,1 gradi). “Le temperature medie globali sono destinate a continuare a salire, portandoci sempre più lontani dal clima a cui siamo abituati”, ha avvertito Leon Hermanson, scienziato del Met Office.

Secondo le previsioni meteorologiche, il rischio che la temperatura media dei prossimi cinque anni superi la soglia di 1,5 C (per l’innalzamento della temperatura media del pianeta) è limitato al 32%. Previsto il ritorno del fenomeno climatico El Nino, anticipato per la fine dell’anno.

Previste sulle precipitazioni

Tuttavia, è previsto anche un aumento del regime delle precipitazioni, tra maggio e settembre, nel Sahel, nel Nord Europa, in Alaska e nel Nord della Siberia. Al contrario, è prevista una diminuzione delle precipitazioni nel bacino amazzonico e in alcune parti dell’Australia.

Inoltre, molti eventi catastrofici non si sarebbero verificati in assenza del cambiamento climatico. Si fa riferimento all’ondata di caldo nella penisola iberica, della catastrofica siccità dall’ottobre 2020 nel Corno d’Africa e delle piogge estreme associate al ciclone Gabriel in Nuova Zelanda lo scorso febbraio.