Emergenza caldo, stop al lavoro in casi estremi: il nuovo decreto

Emergenza caldo, stop al lavoro in casi estremi: il nuovo decreto

Il governo italiano vara un nuovo protocollo per prevenire i rischi da caldo sul lavoro, ma i sindacati protestano.

Già al consiglio dei ministri, la bozza di 11 pagine potrebbe essere presentata dal governo domani mercoledì 26 luglio. L’obiettivo del nuovo decreto è quello di contenere i rischi derivanti dall’esposizione al caldo estremo, predisponendo la cassa integrazione per il lavoratori del settore edile e agricolo.

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Il piano contro i rischi del caldo

Il piano presentato dal ministro del Lavoro Marina Calderone a sindacati e associazioni di categoria, prevede l’accesso alla CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) per eventi estremi in edilizia, e l’accesso ad ore alla CISOA, la cassa integrazione per gli agricoli a tempo indeterminato e solo per mezza giornata lavorativa.

Tuttavia, il decreto sarebbe rivolto solo ad una parte di lavoratori. Per quanto riguarda l’agricoltura, la misura è dedicata solo agli operai a tempo indeterminato e non gli stagionali.

“La montagna ha partorito il topolino”, giudica il leader Uil Pierpaolo Bombardieri, che denuncia: Nessun blocco per i lavoratori che lavorano con alte temperature nei settori più esposti“.

Quando chiedere la cassa integrazione?

Ad oggi però è già in vigore una norma che riconosce la cassa integrazione guadagni (Cigo) ai lavoratori che eseguono la prestazione lavorativa sotto al sole, con temperature superiori ai 35 gradi. Le imprese potranno chiedere il riconoscimento della prestazione economica con la causale “eventi meteo” anche per le temperature “percepite” che sono notoriamente più elevate rispetto a quelle reali. 

Sono generalmente tutelati dall’Inps i lavoratori impiegati nella stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione. Inoltre, anche tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte caldo.

Infine, l’Inps riconosce la cassa integrazione ordinaria in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, temperature eccessive comprese

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