Calenda contestato dai lavoratori di Embarco. L’ex ministro fa mea culpa: “Per 30 anni ho ripetuto le cazzate del liberismo”.
ROMA – Calenda contestato dai lavoratori di Embarco. La giornata di giovedì 3 ottobre 2019 non è stata semplice per l’ex ministro che si è visto attaccato da alcuni dipendenti che si trovavano sotto il MISE a protestare. Alcuni dei presenti gli hanno ‘rinfacciato’ di avere 409 lavoratori sulla coscienza. Immediata la risposta dell’attuale eurodeputato: “Senza di me eravate tutti licenziati“.
Il mea culpa di Calenda: “Per 30 anni ho sostenuto le cazzate del liberismo”
In serata, poi, Carlo Calenda ha preso parte alla presentazione del libro di Antonio Polito facendo un mea culpa: “Oggi vengo da cinque ore al Ministero dello Sviluppo, per una volta non sopra ma sotto. La Embarco è un’azienda di straordinaria capacità. Gli operai sono i migliori. Ad un certo punto l’azienda ci dice di andare a fare training agli operai slovacchi. Loro assicurano che non si trasferiscono ma poi chiudono la fabbrica”.
“Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato – ha sottolineato – è che non si salvano posti di lavoro ma il lavoro. Per cui pensiamo che un operaio di cinquant’anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell’economia delle app. Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute. E poi dice che vincono i sovranisti“.
La nuova idea di Calenda
In questo intervento Carlo Calenda ha proposto anche una nuova idea: “Bisogna concentrarsi sul liberalismo di metodo. La democrazia liberale deve recuperare il pragmatismo. E se la società va meno veloce del progresso, la prima salta in aria. Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberalismo economico. Poi quando ho avuto davanti l’operaio dell’Embarco ho capito che erano una gran cacchiata“.
