Sul ring di “DiMartedì”, Carlo Calenda e Roberto Vannacci a confronto.
Durante l’ultima puntata di “DiMartedì”, andata in onda il 12 marzo, si è assistito a un acceso scambio di opinioni tra il leader di Azione, Carlo Calenda e il generale Roberto Vannacci, con al centro del dibattito la questione dell’identità italiana e il caso di Paola Egonu, pallavolista di fama che ha recentemente querelato Vannacci per alcune dichiarazioni ritenute diffamatorie.
Calenda-Vannacci: il duro confronto in diretta tv
Il confronto è stato innescato da una domanda provocatoria del conduttore Giovanni Floris, che ha chiesto a Vannacci di spiegare il suo punto di vista su perché Egonu non sarebbe rappresentativa dell’italianità.
Prima che il generale potesse articolare una risposta, Calenda è intervenuto con forza: “Lei non è precisamente il modello dell’ariano… L’Italia è stata un posto che ha avuto una tale complessità di etnie insieme che anche gli stessi italiani sono diversissimi“.
Queste parole hanno riacceso una discussione sempre più attuale sull’integrazione e sulla diversità all’interno della società italiana. Il leader di Azione, continuando nella sua difesa alla pallavolista, afferma: “Paola Egonu mi sembra avere più italianità di lei, glielo dico con la massima franchezza“.
La querela di Paola Egonu
Paola Egonu, figura di spicco nello sport italiano, ha deciso di querelare il generale Roberto Vannacci a seguito delle affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario“, dove evidenziava che, sebbene Egonu sia italiana di cittadinanza, i suoi: “Tratti somatici non rappresentano l’italianità“.
Questa frase ha scatenato non solo la reazione di Egonu ma ha anche alimentato un dibattito nazionale sull’identità e l’appartenenza. Roberto Vannacci, rispondendo alla querela e alle critiche ricevute, ha ribadito in un’intervista al quotidiano ‘La Verità’ la sua posizione.
Il generale ha sottolineato di essere: “Orgoglioso che (Egonu) sia cittadina italiana” e di apprezzare le sue vittorie sportive, pur mantenendo le sue osservazioni sui tratti somatici come distintivi dell’italianità. Questo commento non fa che sottolineare la complessità e la sensibilità della questione dell’identità nazionale in un’Italia sempre più multiculturale.