Stellantis, Calenda contro il governo Meloni: “Non risponda al ricatto”

Stellantis, Calenda contro il governo Meloni: “Non risponda al ricatto”

Calenda critica la reazione del governo Meloni al ricatto di Stellantis e suggerisce un piano di azione.

La recente situazione con Stellantis ha sollevato domande importanti sulla politica industriale italiana e sulle strategie di sussidi pubblici. Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso preoccupazioni sulle decisioni del governo e ha proposto un Piano Competitività Nazionale per garantire una base industriale solida per l’Italia.

Carlo Calenda

La sfida di Stellantis e la proposta di Calenda

Il dibattito sull’industria automobilistica in Italia è stato riacceso di recente a causa delle tensioni tra il governo italiano e Stellantis, uno dei principali attori del settore. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha sollevato preoccupazioni sul modo in cui il governo sta affrontando la situazione, affermando che: “La risposta del governo al ‘ricatto di Stellantis’ non deve essere quella di farsi trascinare in un’asta annuale a rialzo sui sussidi pubblici“. Calenda sostiene che questo atteggiamento non sia sostenibile nel lungo termine e che l’Italia debba invece concentrarsi su misure più strutturali per sostenere la competitività del suo settore industriale.

Calenda critica anche il silenzio del presidente di Stellantis, John Elkann, sulle garanzie sui posti di lavoro e sul futuro delle fabbriche italiane. “Parla Tavares perché comanda solo Tavares“, sono le parole del leader della Lega. Calenda sottolinea che è ora evidente che l’Italia deve essere pronta a negoziare in modo assertivo per garantire il suo interesse nazionale.

Piano Competitività Nazionale: sostenere tutte le aziende

Carlo Calenda ha presentato una proposta per affrontare le sfide dell’industria italiana e promuovere la competitività a lungo termine. Il suo Piano Competitività Nazionale si basa su tre pilastri principali: industria 4.0 allargata, formazione 4.0 e diminuzione del costo dell’energia.

Calenda suggerisce di estendere il concetto di Industria 4.0 all’ambiente ed all’energia. Questo consentirebbe all’industria italiana di abbracciare le tecnologie digitali e sostenibili, migliorando l’efficienza e la competitività. Un altro punto chiave del piano di Calenda è la formazione. Egli sottolinea la necessità di investire nella formazione 4.0 per garantire che la forza lavoro italiana sia pronta per le sfide dell’industria del futuro.

Inoltre, propone una messa a terra più rapida degli ITts (Istituti Tecnici Tecnologici), che attualmente stanno procedendo a un ritmo troppo lento. Calenda suggerisce di ridurre il costo dell’energia attraverso la redistribuzione dei proventi delle aste Ets, prendendo spunto dalla pratica tedesca. Questo potrebbe contribuire a migliorare la competitività delle aziende italiane e a ridurre i loro costi operativi.

Calenda sottolinea l’importanza di sostenere tutte le aziende che operano in Italia, anziché concentrarsi solo su quelle che minacciano di spostare la loro produzione altrove. Migliaia di imprese rimangono in Italia, investono e contribuiscono all’economia nazionale. Concentrandosi su misure di competitività a lungo termine, l’Italia può mantenere un ambiente favorevole agli investimenti e alla crescita.