Calenda: “Polo di centro all’8% per restare con Draghi”

Calenda: “Polo di centro all’8% per restare con Draghi”

Come Renzi anche il leader di Azione parla di centro e governo Draghi.

Nell’intervista sul Corriere della Sera, Carlo Calenda è convinto che il governo Draghi non sia a rischio e che il 21 giugno non succederà niente. Proprio come ha dichiarato Matteo Renzi criticando Conte e Salvini di fare solo show, Calenda dice che “Conte e Salvini fanno molto rumore per nulla“. E che il giorno di Draghi in Parlamento si risolverà con “una risoluzione che dirà che ci impegniamo ad agire secondo le linee definite con i partner internazionali e la voteranno tutti” semplifica il leader di Azione.

Per Calenda i due leader gialloverdi stanno facendo solo campagna elettorale. “Conte è la quintessenza del trasformismo. E’ talmente duttile che non sa più nemmeno lui quale sia la sua forma” e può essere a favore di chi gli conviene in quel momento con molta facilità. Mentre su Salvini minimizza dicendo che “tutti, compresi gli elettori della Lega, sappiamo quale sia il suo spessore” tronca il romano.

CARLO CALENDA

Calenda promuove il terzo polo

Riguardo al futuro di Azione alle prossime politiche, Calenda dichiara che la via è quella del terzo polo. “Abbiamo iniziato con +Europa e collaboriamo con molte liste civiche” dichiara. “E’ un polo del pragmatismo e del buon governo che lavorerà per spezzare il bi-populismo per evitare che vinca una delle due coalizioni” spiega Calenda. “Sinistra e destra non sono in grado di governare perché non la pensano allo stesso modo neanche sulla politica estera” chiarisce il leader di Azione.

Anche se con pochi punti di gradimento, come lo stesso Renzi, Calenda è convinto di poter fare la differenza. Questo polo deve prendere almeno l’8%. Da quella percentuale in su è in grado non di fare l’ago della bilancia cioè andare a destra e a sinistra a seconda di chi offre di più. Ma di costringere il Pd, Forza Italia e la Lega di Giorgetti a continuare con l’esperienza di governo di Draghialtrimenti tra inflazione e Pnrr si va a sbattere.

Calenda è convinto che il Pd non si staccherà mai dal Pd perché c’è chi tra i dem è caduto nella trappola che Conte sia un progressista e la colpa di questo disastro la imputa ai suoi conterranei Zingaretti e Bettini che ora Letta sta ereditando. Il leader di Azione apre anche a reduci progressisti stanchi di essere imprigionati tra i populisti da altri partiti come Forza Italia, Pd ma anche Lega.

Renzi deve decidere cosa vuole fare

Per quanto riguarda l’alleanza con Italia Viva di Renzi, nonostante pensa sia logico lavorare con loro perché si trovano sulla stessa linea, solleva due problemi. “Iv per queste amministrative spesso si è alleata con FdI o con M5S ed è un atteggiamento che per noi è del tutto inaccettabile”. Quindi, Calenda li esorta a decidersi sulla linea politica. L’altro problema è che non si può fare politica e business allo stesso tempo”. Se non cercherà di fare l’ago della bilancia o l’alleanza con il Pd Renzi sarà il benvoluto nell’alleanza con Azione.