Gli inizi, il successo e il fallimento di Calisto Tanzi, imprenditore geniale e visionario, numero uno della Parmalat ed ex patron del Parma.
Imprenditore geniale e visionario, Calisto Tanzi è partito da una attività di famiglia e ha costruito un impero chiamato Parmalat.
Chi era Calisto Tanzi, fondatore della Parmalat ed ex patron del Parma
Nato a Collecchio nel 1938, Calisto cresce in una famiglia di piccoli imprenditori e decide di seguire la vocazione di famiglia. Si diploma in ragioneria e inizia gli studi universitari, che sarebbe poi stato costretto ad interrompere in seguito alla malattia del padre. Calisto inizia ad occuparsi della gestione dell’attività di famiglia e inizia a lavorare per attuare la sua piccola grane rivoluzione che lo avrebbe portato all’apice dell’imprenditoria.
Amplia l’attività di famiglia aprendo un caseificio. Nasce Dietalat, che poi tutti avrebbero imparato a conoscere e ad apprezzare come Parmalat. L’attività si espande sul territorio grazie ad una meticolosa attività di consegna porta a porta. Un’attività tradizionale che porta alla società ingenti guadagni.
Da buon imprenditore, Tanzi vede nei guadagni un’occasione di crescita. La svolta arriva con un viaggio in Svezia. Proprio lì vede il latte venduto in confezioni di Tetra Pak. Calisto Tanzi adotta e sviluppa l’idea creando un processo di produzione a consumi ridotti e con la possibilità di vendere un prodotto di qualità. Con il latte a lunga conservazione arriva la consacrazione. Parmalat diventa una società di punta dell’intera filiera.
Calisto Tanzi era un imprenditore a trecentosessanta gradi. Intuisce l’importanza di affermarsi sul mercato anche attraverso una capillare campagna di comunicazione e marketing, sviluppa i rapporti con il mondo della politica, investe nei media.
Il crac Parmalat
Le attività collaterali avrebbero però presto presentato un conto difficile da sostenere per le casse della società. Nel tentativo di rilanciare la società, Tanzi chiese un prestito a Mps. Un prestito considerevole. I 120 miliardi accordati a Tanzi non avrebbero salvato Parmalat, che viene quotata in Borsa nel 1990. La strategia porta i suoi frutti e Tanzi rilancia gli investimenti acquistando il Parma, squadra di calcio appena promossa in massima serie. Gli anni di Tanzi sono tra i migliori della storia recente del club. Ma questo non avrebbe risollevato le sorti della Parmalat.
Arriviamo, tra alti, bassi e varie vicissitudini, al 2003. Tanzi deve far fronte al mancato pagamento di un bond da 150 milioni di euro e presenta un deposito da 4 miliardi circa intestato a Bonlat. Conto inesistente. E si arriva al crac Parmalat.
Calisto Tanzi viene iscritto nel registro degli indagati e arrestato. Viene liberato e rinviato a giudizio. Il Tribunale di Milano lo condanna a dieci anni di reclusione. Nel 2011 la Corte di Cassazione conferma la condanna in via definitiva a con una riduzione di pena, che passa ad otto anni ed un mese.
Per quanto riguarda il processo per bancarotta fraudolenta, l’iter processuale termina nel 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione. La Corte d’Appello condanna Tanzi a poco meno di diciotto anni. La Corte di Cassazione conferma di fatto la condanna.
Per il caso Parmatour invece Tanzi viene condannato a nove anni e due mesi.