American Staffordshire aggrediscono vicino di casa, il figlio interviene e uccide un cane. La proprietaria dei cani ha sporto denuncia.
Il fatto è accaduto a Bologna, nella giornata di sabato 24 luglio. Un ragazzo 28enne attualmente è indagato con l’accusa di uccisione animale. La sua colpa è quella di aver sparato e ucciso il cane della sua vicina di casa. L’animale si era introdotto nel loro giardino ed aveva aggredito ed azzannato suo padre.
Di seguito le precisazioni dei legali della donna sulla vicenda. “Innanzitutto i cani non sono di razza pitbull. Bensì, cuccioloni di American Staffordshire, noti alla comunità per essere mansueti e docili. Rispettivamente di 18 mesi, la femmina colpita dall’arma da fuoco e di tre anni il maschio, salvatosi scappando dai colpi di fucile, che sarebbero stati almeno due”.
Le puntualizzazioni continuano: “La femmina, pesava solo 25 chilogrammi e il colpo al collo, esploso dal fucile caricato con munizioni per grossi ungulati, è stato letale e sparato frontalmente per uccidere. Certamente non per dissuadere o per fermare alcuna aggressione.”
“Aggressione brutale e ingiustificata”
“I cani sono stati oggetto di una brutale ed ingiustificata aggressione armata, eccedente senz’altro la necessità di tutela, avendo la proprietaria di fatto avuto modo di raccogliere materiale documentale, che verrà posto in mano agli inquirenti.”
Dal materiale risulta che il personale medico abbia “immediatamente dimesso dal pronto soccorso il presunto aggredito, con lesioni non compatibili con la supposta aggressione denunciata e con la gravità descritta della stessa.”
L’uomo avrebbe riportato “solo lievi ferite medicate con semplici cerotti e garze. Verosimilmente occorse al signore quando ha tentato di togliere la gallina dalla bocca di uno dei due cani.” L’uomo avrebbe inserito “in maniera imprudente le mani nel mezzo della baruffa” e si sarebbe avvicinato “col viso agli animali, spaventandoli, provocando così una loro reazione istintiva ed involontaria, detta rediretta, rimanendo anche graffiato.”
Poi continuano: “Si esclude fermamente che alcuno dei due cani lo abbia morso al viso come riferito ai giornali. Altrimenti, l’uomo sarebbe gravemente sfigurato. Non di certo curato con un semplice piccolo cerotto sulla guancia.”
I legali concludono sottolineando che “l’uccisione di animali è un reato procedibile d’ufficio, previsto dall’art. 544 bis del codice penale per l’accertamento del quale la nostra assistita ha sporto querela, al fine di ottenere giustizia per la sua cucciola, costituirsi parte civile e partecipare collaborando con gli inquirenti al fine di ricostruire la dinamica in maniera corretta”.