Cannabis light vietata in Italia, l’ira dell’opposizione: “A rischio 11mila posti di lavoro”

Cannabis light vietata in Italia, l’ira dell’opposizione: “A rischio 11mila posti di lavoro”

La Camera approva una stretta sulla cannabis light, equiparandola alla cannabis con THC: arriva la denuncia delle opposizioni.

Le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato, in una lunga seduta fiume, un emendamento al ddl Sicurezza che impone una stretta significativa sulla cannabis light.

La decisione è di equipararla alla cannabis con THC, con immediate polemiche e preoccupazioni tra le forze di opposizione per i lavoratori del settore.

La nuova stretta sulla cannabis light

Il governo, come riportato da Leggo.it, ha deciso di includere nel ddl Sicurezza una norma che equipara la cannabis light – contenente un basso livello di THC – rispetto a quella tradizionale.

Questa mossa, percepita da molti come un atto di intransigenza ideologica, potrebbe avere effetti devastanti su un settore.

Secondo i dati disponibili, questo mercato coinvolge circa 11.000 lavoratori e genera un fatturato di oltre 500 milioni di euro all’anno.

Il provvedimento è stato approvato in una sessione notturna con tempi contingentati, durante la quale sono stati discussi numerosi emendamenti.

La stretta del governo è stata accolta con sorpresa. Soprattutto considerando che la proposta della Lega di vietare l’uso dell’immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari è stata ritirata.

La polemica delle opposizioni

Le reazioni non si sono fatte attendere. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha espresso il suo dissenso in un posta su X.

Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese (…) in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga…“, tuona duramente.

Anche Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, ha criticato duramente la decisione: “Ha vinto, almeno per ora, la follia propagandistica del governo che pensa così di comunicare un impegno istituzionale contro le droghe che però sono altra cosa rispetto alla cannabis light con potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo“.