Il Tar del Lazio sospende nuovamente il decreto che inseriva il CBD tra le sostanze stupefacenti. Quando è fissata l’udienza finale.
Con una nuova ordinanza, il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del decreto emanato dal Ministero della Salute, che aveva inserito le composizioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti. La decisione arriva in seguito al ricorso presentato da ICI-Imprenditori Canapa Italia e dalla società Sviluppo Srl.
Cannabis, sospensione del decreto
Il Tar aveva già sospeso il decreto lo scorso 11 settembre, accogliendo l’istanza di sospensione cautelare proposta da un altro ricorrente.
Oggi, i giudici hanno nuovamente riconfermato la sospensione, estendendola anche alla società Sviluppo Srl: “nella piena condivisione di quanto già statuito, sussistano, anche nella fattispecie, i presupposti per l’accoglimento della proposta istanza cautelare, confermandosi l’udienza pubblica del 16 dicembre 2024, già fissata, ai fini della trattazione congiunta dei ricorsi inerenti la vicenda di cui trattasi”, riporta l’Ansa.
La decisione del tribunale sottolinea la coerenza con quanto stabilito nella precedente ordinanza.
La “crociata” del Governo Meloni contro la cannabis
Nel 2016, l’Italia ha autorizzato la coltivazione della cannabis light, una variante della canapa industriale con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, permettendo lo sviluppo di un settore che oggi impiega più di 15mila persone.
Tuttavia, il governo guidato da Giorgia Meloni sta cercando di modificare questa legge, cercando di equiparare la cannabis light a quella stupefacente.
A giugno, il Ministero della Salute ha emanato un decreto che ha inserito le composizioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti, vietando la vendita nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai.
Questo provvedimento ha provocato una crisi nel settore emergente della cannabis light, che negli ultimi anni ha visto una crescita significativa.
Secondo il decreto, il CBD può essere acquistato solo in farmacia, e solo con una ricetta medica non ripetibile.
Questa misura ha suscitato forte preoccupazione tra gli imprenditori del settore e ha spinto l’Associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) a presentare un ricorso.
Già lo scorso 11 settembre, il Tar del Lazio aveva sospeso il decreto ministeriale, accogliendo il ricorso presentato da ICI.
Prossima udienza fissata per dicembre
Il tribunale amministrativo ha fissato l’udienza pubblica per il 16 dicembre 2024, data in cui verranno trattati tutti i ricorsi legati alla vicenda del CBD.
Sarà in quell’occasione che si discuterà in modo definitivo la questione, stabilendo se le composizioni orali contenenti CBD debbano effettivamente essere considerate sostanze stupefacenti o meno.