In Bolivia la situazione è sempre più grave: durissimi scontri in piazza, a Cochabamba otto manifestanti morti. Ci sono feriti.
LA PAZ – La Bolivia non esce dalla crisi politica che ha portato alle dimissioni e alla fuga di Evo Morales. Il Paese sudamericano, dopo la discussa rielezione del leader socialista, sta attraverso una crisi istituzionale alquanto grave: il Parlamento ha nominato la deputata Anez presidente ad interim, fino alle prossime elezioni.
Duri scontri con la polizia
Le manifestazioni dei sostenitori di Morales sono sfociate nella violenza: a Sacaba, vicino a Cochabamba, ci sono stati otto morti e diversi feriti. Le vittime sono state raggiunte da colpi d’arma da fuoco esplosi dalla polizia.
I disordini sono scoppiati quando un folto gruppo di manifestanti ha tentato di attraversare un checkpoint militare vicino a Cochabamba, dove sostenitori e avversari di Morales si sono affrontati per settimane.
I media boliviani hanno poi riferito che centinaia di manifestanti hanno sequestrato due sottufficiali della polizia a El Alto. Una delegazione dell’Ombudsman si è messa in viaggio per negoziare la loro liberazione.
L’appello di Morales
Evo Morales, dal Messico, ha rivolto un appello a forze armate e polizia affinché “mettano fine al massacro“. In riferimento ai suoi sostenitori uccisi negli scontri, Morales ha dichiarato che “l’uniforme delle istituzioni della Patria non può macchiarsi con il sangue del nostro popolo“. In un altro messaggio, il leader boliviano ha “condannato e denunciato davanti al mondo che il regime golpista che ha preso il potere assaltando la mia amata Bolivia reprime con proiettili delle forze armate e della polizia il popolo che reclama la pacificazione e restaurazione dello stato di diritto“.