Isola d’Elba, carcasse di squali sui fondali: “Un avvertimento ai sub” 

Isola d’Elba, carcasse di squali sui fondali: “Un avvertimento ai sub” 

Carcasse di razze e squali sui fondali delle acque dell’Isola d’Elba: secondo Legambiente, si tratta di un avvertimento per i sub di zona.

Recentemente è emersa la presenza sui fondali delle acque dell’Isola d’Elba di carcasse di razze e squali. Secondo gli ambientalisti, si tratterebbe di una brutalità commessa da qualche pescatore in segno di ribellione ai limiti imposti per garantire l’attività dei centri di immersione. 

Difatti, le carcasse sono state ritrovate nei fondali sottostanti ai punti di immersione. A rendere nota la notizia, denunciando l’accaduto, la Legambiente Arcipelago Toscano. La Legambiente ha scritto un post su Facebook per documentare l’accaduto. Ha aggiunto anche che potrebbe trattarsi di qualche pescatore che vuole lanciare “un avvertimento ai sub”.  

Le parole di Legambiente sull’accaduto: “gli episodi sono cominciati probabilmente in seguito all’installazione delle boe per l’attività diving finanziati dal progetto Interreg EcoStrim. Hanno posizionato le boe sui punti di immersione per permettere ai diving center di ormeggiare senza dare fondo alle ancore. Proteggendo in questo modo i fondali e limitando anche l’attività di pesca negli immediati dintorni”. 

Legambiente: “Un comportamento barbaro”

E aggiunge: “La sistematica scelta di noti punti di immersione e l’escalation osservata nell’ultimo ritrovamento, in cui i gattopardi erano anche legati con filo da palamito, fa pensare a un deliberato atto di disturbo nei confronti delle attività di immersione subacquea“, dice. 

Legambiente continua spiegando che si tratta di un comportamento oltraggioso. “Sono tantissime le reazioni indignate e sconvolte di operatori e turisti che giustamente non si capacitano di un comportamento così barbaro”. Si tratta di un comportamento “controproducente per la categoria dei pescatori onesti e che rispettano le regole. E che sta creando disagio a chi viene sulla nostra isola per godersi una meritata vacanza facendo immersioni nel nostro magnifico mare“. 

Poi conclude: “Siamo certi che questi avvertimenti provengono da un ridottissimo gruppo di persone che ancora pensa al mare come a una proprietà di cui possono disporre solo loro e non come un bene comune che va gestito, conservato e valorizzato per permettere anche alle generazioni future di godere dei suoi frutti e delle sue bellezze, per fare in modo che anche in futuro all’Elba ci siano pesca e pescatori”.