Cardiomiopatie: scoperta l'efficacia dell’inibitore della miosina cardiaca
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Direttore: Alessandro Plateroti

Cardiomiopatie: scoperta l’efficacia dell’inibitore della miosina cardiaca

corridoio in ospedale

Studio conferma l’efficacia dell’inibitore della miosina cardiaca mavacamten nel trattamento della cardiomiopatia ipertrofica.

Un recente studio presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) ha confermato l’efficacia del mavacamten, un inibitore della miosina cardiaca. Nel trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (oHCM). I dati, raccolti su un periodo di 3,5 anni, hanno dimostrato un miglioramento costante dei parametri cardiaci e una riduzione significativa dei sintomi nei pazienti affetti da questa condizione. Il mavacamten, già inserito nelle linee guida europee e americane per il trattamento della oHCM sintomatica, rappresenta una terapia innovativa e promettente.

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Efficacia del mavacamten nella cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva

Lo studio ha analizzato i pazienti con oHCM in classe II-III della New York Heart Association (NYHA), e i risultati hanno mostrato miglioramenti significativi nel gradiente del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (LVOT). Sia a riposo che con manovra di Valsalva. Inoltre, è stata osservata una riduzione del volume dell’atrio sinistro e dei livelli del Nt-proBNP, un biomarcatore chiave nel monitoraggio delle patologie cardiache. Grazie a questi progressi, molti pazienti sono passati alla classe NYHA I, evidenziando una migliorata capacità funzionale e una riduzione dei sintomi.

Benefici a lungo termine del trattamento con mavacamten

I risultati a lungo termine dello studio hanno confermato che i pazienti trattati con mavacamten hanno mantenuto miglioramenti significativi nella funzione cardiaca per oltre 180 settimane. La riduzione del gradiente LVOT, sia a riposo che sotto stress, si è mantenuta stabile nel tempo, con una diminuzione media di oltre 40 mmHg. Anche il volume atriale sinistro indicizzato ha mostrato una riduzione continua, suggerendo una diminuzione della pressione cardiaca e del carico di lavoro sul cuore.

In termini di sicurezza, lo studio ha evidenziato che il trattamento con mavacamten è stato ben tollerato dai pazienti. Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza, e le poche riduzioni transitorie della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) sono state risolte con l’interruzione temporanea della terapia. Il ritorno alla normalità della LVEF ha permesso di riprendere il trattamento senza ulteriori complicazioni.

Questi dati supportano il ruolo centrale del mavacamten nella gestione a lungo termine della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Offrendo una valida opzione terapeutica per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2024 10:35

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