Il nuovo presidente di Confindustria andrà in albergo?
Carlo Bonomi ha celebrato oggi la sua ultima assemblea da presidente della Confindustria, evitando accuratamente ogni analisi, critica o rilievo all’operato del governo o alle criticità della manovra economica 2024. Un silenzio assordante, sia per gli industriali che per lo stesso esecutivo Meloni: dal presidente di Confindustria ci si aspettava un commento sulle richieste degli industriali e sulle prospettive italiane, non sulla guerra in Ucraina o la pace nel mondo.
Ma tant’è, quella di Bonomi è stata sicuramente una presidenza nell’ombra, più che ombra del governo. Comunque sia, Il mandato di quattro anni e’ in scadenza e l’imprenditore Lombardo si prepara a lasciare gli uffici romani di Viale dell’Astronomia. Ma a quanto pare, secondo i mugugni di molti imprenditori presenti all’Assemblea, Bonomi non avrebbe alcuna intenzione di uscire dalla famosa “foresteria” nel centro di Roma, sottraendola abilmente al controllo diretto di Confindustria.
Bonomi infatti non ha smentito l’articolo de La Verità in cui si racconta di un astuto progetto immobiliare messo in cantiere dal presidente uscente. Bonomi, che da ottobre diventa presidente della Luiss, avrebbe fatto sapere all’ateneo (di cui Confindustria è azionista unico) che ha bisogno di una casa a Roma, e incredibilmente ha suggerito (o fatto suggerire) quanto segue: la Luiss avrebbe dovuto comprare la foresteria di Confindustria, quella dov’è lui abita adesso, ed evitargli il trasloco. Ovviamente, come presidente ancora in carica, Bonomi avrebbe detto sì alla vendita. E, altrettanto ovviamente, secondo questa brillante idea, il presidente di Confindustria suo successore avrebbe dovuto accomodarsi in albergo: spending review, o spending preview?
Gli imprenditori associati dunque hanno aspettato invano la smentita: Bonomi non l’ha fatta, e forse non la farà mai. Ma se il progetto andasse in porto, la confederazione degli Industriali perderebbe il controllo non solo della casa, ma anche di un pezzo di storia. La foresteria di Confindustria a Via Veneto a Roma, storicamente, è stata la sede di incontri, riservati e non, tra i vertici dell’associazione e il governo, spessissimo con i sindacati, ed è sempre stata disponibile anche per i dirigenti di viale dell’Astronomia come base di lavoro e di incontri di lavoro in centro. Questo fino alla presidenza Bonomi, quando – come lamentano molti imprenditori associati – è diventata una lussuosa abitazione ad uso privato esclusivo del presidente. Del resto, due piani molto estesi circondati da terrazze panoramiche sui tetti di Roma, sono un “alloggio” difficile da lasciare.
Come è noto, il presidente di Confindustria non ha stipendio ma soltanto benefit, cioè la foresteria, i viaggi e quant’altro. Praticamente tutto spesato, ivi compreso l’uso di aerei privati ove necessario per motivi di servizio. E proprio la foresteria è l’asset più importante, anche e soprattutto per la storia che l’ha accompagnata dai primi anni Ottanta in poi, testimone di accordi storici come il Patto per l’Italia tra Confindustria, sindacati e Berlusconi e di tutti o quasi gli incontri/scontri con i sindacati.
Dal punto di vista immobiliare è un pezzo molto pregiato: palazzo Liberty del primo Novecento, metratura più che generosa, terrazze dappertutto con la più grande sull’attico, valore di carico nel bilancio confederale di 7,1 milioni di euro e valore di mercato anche doppio. Luigi Abete nei primi anni Novanta riceveva con Carol Bouquet e invitava alle sue feste giornalisti e politici. Ora il tentativo di ridurla solo ad abitazione privata, per di più estromettendo il futuro presidente. Molti imprenditori ritengono comunque che bisogna farla finita con l’abitudine di assegnare agli ex presidenti di Confindustria la presidenza della Luiss, e vorrebbero restituirla all’accademia oppure ad un nome esterno di prestigio.
Potrebbe essere uno dei punti di discontinuità nella campagna elettorale per scegliere il nuovo presidente, campagna che fra pochissimo parte ufficialmente.
Aldo Roti