La siccità a cui stiamo assistendo quest’anno porta con sé conseguenze nefaste: dai razionamenti dell’acqua al caro alimenti.
A causa della siccità verificatasi già durante gli inizi del 2022, i prezzi della maggior parte dei generi alimentari sono saliti alle stelle. Ciò riguarda specialmente quegli alimenti che necessitano di grandi quantitativi d’acqua per essere prodotti, dalle verdure alle vongole, il latte, la frutta.
Rincari in vista per gli italiani
Come se non bastassero gli aumenti determinati dall’inflazione a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, ora anche la siccità sta contribuendo a prosciugare le tasche degli italiani. L’Italia e in generale tutta l’Europa, si trova in una condizione climatica in cui le precipitazioni si sono ridotte del 60% rispetto alla media storica.
Le temperature sono inoltre aumentate di due gradi rispetto agli anni scorsi. I danni prodotti dalla siccità stanno colpendo l’agricoltura, i cui prezzi sono saliti alle stelle. I danni provocati dalla siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro secondo alcune stime, bruciando così il 10% del valore della produzione agricola nazionale.
Secondo i dati stimati da Coldiretti, per quanto riguarda la raccolta del grano ci sarà un calo del 30% per quello duro usato per la pasta, e del 20% per quello tenero, utilizzato per il pane. Anche la produzione del mais ha subito un meno 45%.
Al nord è già allarme rosso: la stima delle perdite ammonta a 30%. I risicoltori stimano che quest’anno, nelle risaie si verificherà un rincaro del prodotto che si aggira intorno al 20%, determinando un forte aumento dei prezzi come conseguenza inevitabile. Cattive notizie anche per la produzione dell’olio, che già dall’inizio dell’anno era partita in modo sbagliato. Il gran caldo sta bruciando il 70% della frutta e della verdura coltivata in campi e serre.
Paola Carra, presidente di Coldiretti in Lombardia: “Nonostante gli animali nelle stalle siano ventilati e rinfrescati dalle nebulizzazioni d’acqua, nelle fattorie le mucche sono stressate per il caldo e il calo della produzione del latte è il doppio rispetto a quanto stimavamo a metà giugno (- 10 per cento)”.
Ma il caro prezzi non riguarda soltanto gli alimenti: anche il cibo per gli animali da pascoli ha subito notevoli aumenti. Se prima una rotoballa di fieno costava intorno ai 50 euro, adesso con l’aumento dei prezzi può arrivare a costare quasi cento euro.