Carola Rackete rilancia la sfida: “Rifarei tutto”

Carola Rackete rilancia la sfida: “Rifarei tutto”

La comandante della Sea Watch Carola Rackete ai microfoni della stampa estera: “La politica di Salvini ha violato i diritti umani”.

Resta sotto la luce dei riflettori Carola Rackete, comandante della Sea Watch che ha sfidato Salvini portando la nave al porto di Lampedusa nonostante il divieto.

Carola Rackete: “La politica di Salvini ha violato i diritti umani”

Intervenuta ai microfoni di diversi giornali italiani ed europei, Carola ha fatto sapere di essere fiera di quanto fatto e di essere disposta a rifare tutto daccapo, nonostante l’onda d’odio e intolleranza che l’ha travolta.

La politica di Salvini ha violato i diritti umani. Il suo modo di esprimersi è irrispettoso, non è appropriato per un politico di alto livello“, ha dichiarato Carola ai microfoni dello Spiegel.

Fonte foto: https://www.facebook.com/pg/seawatchprojekt/

Critiche anche al governo tedesco

La Rackete non ha risparmiato critiche al governo tedesco, accusato di non essersi mosso in maniera concreta per mettere fine al viaggio in mare di decine di migranti né per prendere posizione su una sua cittadina.

fonte foto https://twitter.com/robertosaviano

“La mia impressione è stata che a livello nazionale e internazionale nessuno volesse davvero aiutare. Si sono sempre passati la patata bollente, mentre avevamo ancora 40 sopravvissuti a bordo. Ha fallito il ministro degli Interni Horst Seehofer, che non aveva alcun desiderio di accettare le offerte delle città” di ospitare i migranti a bordo della nave”.

Carola Rackete querela Matteo Salvini per diffamazione

Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano, il legale di Carola Rackete aveva fatto sapere di avere già pronta la querela proprio contro Matteo Salvini, accusato di diffamazione.

“Abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazione a delinquere, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’interno.

Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto, è lui che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente”.