Sea Watch pretende le scuse di Salvini

Sea Watch pretende le scuse di Salvini

Il tribunale di Milano avrebbe sospeso il processo, che vede Salvini imputato di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete.

Il tribunale di Milano avrebbe messo uno stop al processo che vede imputato Matteo Salvini, sotto il pendolo di un’accusa di diffamazione aggravata, nei confronti di Carola Rackete, l’ex comandante della Sea Watch 3. Il Tribunale avrebbe ora trasmesso gli atti al Senato, il quale dovrà analizzare la posizione di Salvini.

Ma cosa dovrà valutare ora il Senato, nello specifico? Se le dichiarazioni via social espletate da Salvini, tra il Giugno e il Luglio 2019, siano all’incirca macchiate dell’insindacabilità pertinente il suo ruolo di senatore. La decisione sarebbe stata emessa dal giudice Maria Burza, la quale avrebbe accomodato delle questioni preliminari avanzate da Claudia Eccher, legale del capo Leghista.

Le colpe di Salvini

Di quali accuse si sarebbe macchiato il buon vecchio Matteo? Le accuse sarebbero legate ad alcuni post pubblicati da Salvini sui principali canali social (dirette incluse). Nel corso di queste pubblicazioni, Salvini avrebbe epitetato l’ex capitana della Sea Watch come “quella sbruffoncella di questa comandante che fa politica sulla pelle di qualche decina di migranti”, “criminale tedesca”, “ricca tedesca fuorilegge”, “ricca e viziata comunista”.

Matteo Salvini

L’avventura dell’ex comandante della Sea Watch 3, Rakete, aveva raggiunto un degno epilogo, già nel Dicembre del 2021. Secondo il giudice, Rackete aveva il dovere di procedere allo sbarco dei clandestini.

Ieri Rackete avrebbe preteso da Salvini una lettera di scuse, oltre ad un risarcimento in denaro: “Non ho seguito la vicenda, mi dovrei scusare io per una signora tedesca che ha speronato una motovedetta militare italiana in un porto italiano? È una richiesta abbastanza curiosa”, ha detto Rakete, dopo un giro elettorale di ballottaggio a Monza.