Il patto anti-inflazione delude: carrello tricolore, un flop!

Il patto anti-inflazione delude: carrello tricolore, un flop!

Per le associazioni dei consumatori il carrello tricolore potrebbe rivelarsi solo come “una pubblicità ingannevole”.

Il “carrello tricolore” rappresentava per gli italiani un simbolo della lotta contro l’inflazione. Una prospettiva che, però, cambia dopo soli pochi giorni dal suo debutto. L’obiettivo del governo Meloni è quello di offrire ai consumatori un paniere di prodotti a prezzi scontati: ma qualcosa è andato storto.

“Attenzione ai raggiri”

L’iniziativa prevede una durata fino al 31 dicembre, ma i fatti raccontano risultati meno entusiasmanti di quanto sperato. Chi ha messo nel proprio carrello della spesa i prodotti a prezzi scontati, a conti fatti è riuscito a risparmiare solo pochi centesimi.

Rosario Trefiletti, Presidente Centro Consumatori Italia, commenta agguerrito: “Il risparmio è ridicolo: laddove si è fortunati si ha uno sconto del 10%; il nulla rispetto agli aumenti che ci sono stati”. Ma soprattutto, consiglia i consumatori a “guardare bene se questi prodotti erano già stati messi prima nei vari scaffali; non vorremmo che fossero tutti ripresi dai ‘sotterranei’ o dagli ‘scantinati’ e rimessi lì”.

Poi, il secondo consiglio è quello di controllare le date di scadenza, perché purtroppo registriamo spesso, anche quando parliamo delle promozioni già attive nei vari esercizi commerciali, raggiri di questa natura”.

Il carrello tricolore? “Pubblicità ingannevole”

L’associazione di Federconsumatori reclama l’iniziativa del governo Meloni, sostenendo che il carrello tricolore “sarà probabilmente inefficace, se non come spot pubblicitario”.

Ancora peggio, potrebbe rivelarsi solo come “una pubblicità ingannevole”, dal momento che “dalle nostre rilevazioni e dalle segnalazioni degli utenti emerge che molti esercizi aderenti non hanno dato alcuna rilevanza agli sconti né alla composizione del paniere, così aleatoria e non accompagnata, per esempio, da misure condizionali di supporto”.

Le scuse del governo sull’aumento dei prezzi

I fattori che hanno scatenato questo esponenziale aumento dei prezzi, sarebbero per il governo l’aumento del costo delle materie prime e quello dell’energia. Ma ora che entrambi sarebbero in netta flessione, “la promessa non deve quindi essere quella di non far aumentare i prezzi, ma quella di farli diminuire“, spiega Trefiletti.

Per rendere più chiaro il concetto, poi mostra un esempio: “Il prezzo delle carote, che prima era di circa un euro al chilo, ora è a 1,80 euro; quindi la soluzione non può essere portarlo a 1,70 euro, ma farlo tornare a un euro o al limite a 1,10, per ammortizzare l’aumento del prezzo dell’energia“.

E così, gli aumenti sul carrello della spesa delle famiglie italiane sono sempre più insostenibili. L’Istat rileva circa 8-10% di aumento sui prezzi: “Assolutamente no! Noi abbiamo un istituto che fa rilevazioni settimanali e mensili su sessantuno prodotti agroalimentari e vediamo aumenti minimi del 35-40%, fino ad arrivare al 105-110%. L’Istat dovrebbe avere un occhio di riguardo su come vengono fatte le rilevazioni che noi riteniamo completamente sottostimate rispetto alla realtà“, conclude l’esperto.