Fatturazioni false, bancarotta fraudolenta, pagamenti fantasma agli immigrati e le finte cooperative: il metodo Renzi nelle carte.
Fa discutere e divide il mondo della politica l’arresto dei genitori di Matteo Renzi, ai domiciliari per bancarotta fraudolenta e altri reati penali e amministrativi.
L’ex premier Matteo ha parlato di un provvedimento senza ombra di dubbio esagerato, mentre gli inquirenti hanno definito inevitabile il provvedimento alla luce del fatto che quello contestato ai coniugi Renzi sarebbe un vero e proprio metodo sistematico e reiterato.
Finte cooperative e pagamenti fantasma: il metodo Renzi
Tra i tasselli ipotizzati del metodo Renzi vengono segnalati la creazione di una cooperativa finta, messa in piedi per guadagnare di più, e i pagamenti finti agli immigrati. Nel meccanismo ci sarebbe, come attore protagonista, anche il cognato di Matteo Renzi.
Le finte cooperative non sono una novità, anzi rappresentano una consuetudine. La Guardia di Finanza le chiama le bare, ossia cooperative fantasma usate per scaricare il costo dei lavoratori ma anche le tasse e addirittura le multe.
Le indagini degli inquirenti e la confessione di un imprenditore
Nel caso dei genitori di Matteo Renzi si parlerebbe addirittura di tre cooperative fantasma, finite nel mirino degli inquirenti nel corso delle indagini iniziate nel 2009. Una delle cooperative ha fatto registrare un anno di attività regolare, poi ha accumulato debiti fino al fallimento. Il tutto in pochissimi anni.
Nel corso delle indagini un imprenditore, tale Paolo Magherini, avrebbe confessato di fronte ai giudici del Tribunale di Firenze.
“La Cooperativa era gestita da prestanome […] ma tutti nel settore sapevano che era riconducibile alla famiglia Renzi, e in particolare a Tiziano e alla moglie. Poi c’era anche Andrea Conticini. Le fatture che mi avete esibito devo ammettere che sono false: mi fu chiesto di aprire una partita Iva e di emetterle. Mi venivano pagate via bonifico e successivamente io restituivo per intero la somma, in contanti. Questi soldi credo servissero a pagare in nero altri dipendenti. Non ero l’unico a cui era stato chiesto questo favore, ce ne sono molti altri”, ha dichiarato l’imprenditore riferendosi alla Marmodiv.