CasaPound, niente controllo della Finanza: la Procura attende informativa

CasaPound, niente controllo della Finanza: la Procura attende informativa

Salta la perquisizione della Guardia di Finanza alla sede di CasaPound, la Procura attende un’informativa sulla vicenda.

ROMA – Non è stata effettuata la perquisizione della Guardia di Finanza nella sede di CasaPund, il movimento di estrema destra presieduto da Iannone. I militari delle Fiamme Gialle avrebbero dovuto controllare lo stato dell’immobile dove sorge la sede del movimento, che occuperebbe abusivamente lo stabile dal 2003.

Fonte Foto: https://www.facebook.com/roberta.manca

Mancata ispezione della Guardia di Finanza alla sede di CasaPound: Procura attende informativa

La Procura di Roma ha chiesto alla Guardia di Finanza un’informativa sulla mancata perquisizione disposta dalla Corte dei Conti. Stando ad alcune testimonianze, i militanti del movimento si sarebbero prima opposti all’ingresso nello stabile delle telecamere e dei giornalisti al seguito dei finanzieri e poi si sarebbero opposti alla perquisizione.

I toni, proseguono i racconti dei presenti, si sarebbero infiammati al punto che gli appartenenti al movimento avrebbero minacciato i militari. Diversi utenti dei social network hanno denunciato le minacce rivolte dagli uomini del movimento alla Guardia di Finanza, ma le voci sono state prontamente smentite dai vertici di CasaPound.

CasaPound, Iannone: “Non c’è davvero più limite alle fake news”

La risposta da parte di CasaPound è arrivata con una nota firmata dal presidente Gianluca Iannone, il quale ha smentito la notizia delle minacce rivolte ai finanzieri e agli uomini della Digos. “Nessuno sgombero in vista per CasaPound, nessun danno erariale, nessuna minaccia alla finanza. Lasciano di stucco le ricostruzioni fantasiose di quanto accaduto, o meglio non accaduto, ieri in via Napoleone III […]. Non c’è davvero più limite alle fake news“.

Iannone spiega la mancata ispezione della Guardia di Finanza alla sede di CasaPound

Ci siamo limitati a concordare le modalità per un controllo nello stabile che avvenisse nel rispetto dei diritti e della sicurezza delle famiglie in grave stato di emergenza abitativa che vi risiedono dal 2003 – prosegue la nota diffusa da CasaPound. Quando però ci siamo resi conto che non era possibile garantire minime condizioni di dignità per i residenti vista l’inopportuna presenza di una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data“.