Scoppia il caso dei caschi blu ad Haiti. Uno studio denuncia abusi e stupri nei confronti delle donne da parte dei militari della missione dell’Onu.
ROMA – Scoppia il caso dei caschi blu ad Haiti. Uno studio pubblicato sulla rivista accademica ‘Conversation’ ha evidenziato abusi e stupri nei confronti delle donne di uno dei Paesi più poveri dell’emisfero occidentale. Secondo quanto precisato in questo articolo, i piccoli e le loro madri venivano abbandonati a combattere da sole vergogne e miseria.
Accuse che non sono state confermate dai caschi blu e dall’Onu ma molto probabilmente nei prossimi giorni potrebbero iniziare dei controlli per verificare queste indiscrezioni rilanciate dall’articolo pubblicato dalla rivista Conversation.
Lo studio
Lo studio di Sabine Lee si è basato sulle interviste realizzate nel 2017, anno in cui si è conclusa la missione di peacekeeping Minustah che è stata chiusa dopo 13 anni di operazioni. Gli interpellati hanno parlato di stupro ma anche di uno schema ben preciso.
I piani dei caschi blu prevedevano un rapporto sessuale in cambio di un piccolo pagamento o di un pasto. Il risultato è stata la nascita di centinaia di bambini che sono stati lasciati con la madre di età compresa tra i 12 e i 13 anni.
L’Onu apre un’inchiesta?
L’Onu potrebbe aprire un’inchiesta interna per verificare la verità di questo studio. Ricordiamo che la ricerca si è basata sulle interviste di alcune donne che attualmente vivono ad Haiti insieme ai propri figli, nati dal rapporto con i caschi blu.
Una vicenda che rischia di far scoppiare una nuova polemica sui militari delle Nazioni Unite. La missione è finita nel 2017 e per questo non ci potranno essere ulteriori episodi simili almeno in quella zona. La questione, comunque, resta al vaglio dell’Onu che dovrà chiarire meglio questo studio, pubblicato da una rivista accademica.
fonte foto copertina https://pixabay.com/it/photos/i-militari-soldato-militare-2536694/
