Coronavirus, impennata di casi in Francia. Possibili nuove restrizioni

Coronavirus, impennata di casi in Francia. Possibili nuove restrizioni

I casi di coronavirus in Francia sono in aumento e non si escludono ulteriori restrizioni nelle prossime settimane.

PARIGI (FRANCIA) – I casi di coronavirus in Francia continuano ad aumentare. Secondo quanto riportato dall’Ansa, nella giornata di mercoledì 21 luglio il bollettino ha segnato un numero di 21mila contagi nelle ultime 24 ore, con un aumento dei ricoveri di centinaia di persone vulnerabili.

I casi sono fortemente legati alla variante Delta e nei prossimi giorni, almeno secondo le ultime indiscrezioni, i dati dovrebbero continuare ad aumentare. Un incremento che non dovrebbe portare, almeno in questo primo momento, ad una crescita esponenziale della pressione sui servizi sanitari.

Possibili nuove restrizioni

Aumento dei contagi in Francia che non esclude un possibile ritorno di alcune restrizioni. La ‘partita’ è ancora aperta anche nel Paese transalpino e si sta ragionando sull’ipotesi di inserire nuovamente il coprifuoco nelle zone più colpite dalla pandemia.

Nessuna decisione è ancora stata presa. La speranza è quella di evitare chiusure con l’aumento delle vaccinazioni e sicuramente i prossimi giorni saranno fondamentali. I casi, intanto, continuano ad aumentare ed il trend sembra essere destinato a confermarsi anche nell’ultima settimana di luglio. E agosto sarà il mese decisivo per il cambio di passo o per le nuove restrizioni.

Coronavirus

L’allarme dell’Oms

Aumento dei casi che preoccupa l’Oms. In uno degli ultimi post sui social, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha chiesto nuovamente equità per quanto riguarda i vaccini. “Uno studio – si legge – ha evidenziato come sono 1,5 milioni nel mondo i bambini che hanno perso almeno una figura genitoriale, nello specifico un genitore o un nonno, a causa del Covid nei primi 14 mesi. Promuovere l’equità vaccinale attraverso il Covax è una necessità urgente per salvare vite e proteggere i bambini“.

Un appello che non sempre è stato accolto e per questo motivo l’Oms nei prossimi giorni continuerà a chiedere ai Paesi un cambio di passo su questo tema.

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