Caso Alessia Pifferi: spunta quel filo rosso chiamato “Alessitimia”

Caso Alessia Pifferi: spunta quel filo rosso chiamato “Alessitimia”

Come l’alessitimia, un tratto neurobiologico che influisce sulla percezione delle emozioni, emerge nel caso di Alessia Pifferi.

L’alessitimia nel processo di Alessia Pifferi: nel 2024, l’alessitimia guadagna attenzione in Italia attraverso il caso di Alessia Pifferi, accusata di aver abbandonato sua figlia. Questa condizione, spiegata dalla psicoterapeuta Miolì Chiung detta a IlGiornale.it, non si configura come malattia ma piuttosto come un tratto personale, legato alla difficoltà di riconoscere e descrivere emozioni proprie e altrui.

Caratteristiche e impatti dell’alessitimia: l’alessitimia si manifesta con difficoltà nell’identificazione e descrizione delle emozioni, oltre a una tendenza a sostituire il linguaggio emotivo con azioni. Chi ne è affetto può confondere sentimenti come amore ed eccitazione sessuale, o provare difficoltà nell’essere introspettivi e empatici, portando a possibili comportamenti di conformismo sociale o isolamento.

I test per l’Alessitimia: il TAS-20

Il TAS-20, un questionario di 20 domande, è il test più utilizzato per identificare l’alessitimia, valutando specificamente le competenze emotive dell’individuo. Esso richiede un quoziente intellettivo nella norma per essere considerato valido.

Alessitimia e capacità di intendere e volere

Nel caso di Alessia Pifferi, l’alessitimia non preclude la capacità di intendere e volere, come evidenziato dalla perizia psichiatrica. Questo sottolinea come l’alessitimia, pur influenzando la percezione e l’espressione delle emozioni, non impedisca la consapevolezza delle proprie azioni.

Alessitimia nei casi criminologici storici: In passato, l’alessitimia potrebbe aver giocato un ruolo in diversi casi criminosi noti, da Angelo Izzo a Ted Bundy, suggerendo che un’indagine su questo tratto potrebbe offrire nuove prospettive sulla comprensione delle dinamiche emotive e comportamentali legate a determinati crimini. Come riferito da ilgiornale.it

In sintesi, l’alessitimia apre una finestra su un mondo emotivo complesso e sfaccettato, richiedendo una maggiore comprensione e attenzione sia nel contesto clinico che giuridico. La sua presenza in casi di alto profilo sollecita una riflessione più ampia sulla natura dell’intendere e del volere, e sulle sfide che la giustizia deve affrontare nel discernere le motivazioni più intime dietro azioni estreme.