Caso Alice Neri, cosa è emerso dall’incidente probatorio?

Caso Alice Neri, cosa è emerso dall’incidente probatorio?

Ieri sono stati interrogati tre amici di Mohamed Gaaloul, il principale sospettato dell’omicidio di Alice Neri.

Nella giornata di ieri al Tribunale di Modena si è tenuta l’udienza preliminare del processo per l’omicidio di Alice Neri, la 32enne di Rami di Rivarino trovata carbonizzata dentro la sua auto. Durante l’incidente probatorio sono stati ascoltati tre amici tunisini di Mohamed Gaaloul, dichiarato il principale sospettato della morte della donna.

giudice imputato tribunale

I tre testimoni avrebbero dichiarato di aver visto Mohamed con i vestiti sporchi di olio, la notte in cui è avvenuto il delitto. Il materiale infiammabile potrebbe essere stato proprio quello utilizzato per dare fuoco alla Ford Fiesta di Alice, la quale è stata trovata carbonizzata proprio all’interno di questa auto nelle campagne di Fossa Concordia.

Le intercettazioni

I tre indagati, Ahmed, Moussa e Rabia, erano stati intercettati dai carabinieri prima dell’interrogatorio. Dalle loro conversazioni però qualcosa non torna, in quanto pare che i tre abbiano un ricordo molto vago di quanto successo quella notte. Moussa ha riferito alle forze dell’ordine che Ahmed aveva visto Mohamed stendersi sul divano, ma poi ha dichiarato: “Ma pensa te, non mi ricordo proprio niente di quel giorno lì”.

Il giorno prima dell’omicidio, emerge che il terzo uomo avrebbe conversato per messaggio con Alice, chiedendole di incontrarsi, ma questa si trovava in compagnia di un collega allo Smart Cafè, a San Prospero. “Prima di rientrare a casa, alle 18.50 sono transitato al bar di San Prospero per vedere se Alice fosse ancora lì, ma non c’era”, dichiara.

L’interrogatorio con il cugino Salah

Salah, il cugino di Mohamed Gaaloul e datore di lavoro dei tre testimoni, parla in difesa di suo cugino dichiarando di avere intercetazioni GPS che confermano l’impossibilità per l’imputato di essere stato nel luogo del delitto la notte del 18 novembre.

Secondo Salah, “quel giorno c’era il sole, mentre Ahmed ha detto di avere visto Gaaloul sporco d’olio in una mattina piovosa”, precisando che i vestiti di Mohamed erano spesso sporchi di olio a causa del suo lavoro. Dettaglio che potrebbe quindi non essere essenziale per il delitto.

L’Avvocato Cosimo Zaccaria, legale della famiglia Neri Marzoli, dichiara che il fatto che il giorno 18 novembre Mohamed Gaaloul sia stato visto sporco d’olio, “è un passo importante perchè è stato messo un punto fermo di carattere tecnico”. Alcune telecamere infatti avrebbero ripreso due dei tre testimoni portare l’auto dal meccanico, e avrebbero affermato tutti di aver visto Gaaloul sporco d’olio lo stesso giorno.

Sarà fatta anche una perizia merceologica sui pantaloni rinvenuti a casa di Gaaloul e sequestrati dagli inquirenti. Se saranno compatibili con quelli indossati dall’uomo la notte del delitto, molti nodi verrebbero al pettine.