Caos attorno alla figura del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il caso Almasri, il generale libico fermato in Italia e poi lasciato andare.
Ci sarebbero delle novità in merito al caso Almasri, il torturatore libico e capo della polizia giudiziaria del Paese, che l’Italia ha rimandato a casa a bordo di un volo di Stato, invece di consegnarlo alla Corte penale internazionale, in quanto considerato colpevole di crimini contro l’umanità. In questo senso è scoppiata la bufera sul Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che avrebbe mentito al momento della ricostruzione dei fatti. A metterlo nei guai una email.

Caso Almasri: bufera su Carlo Nordio
In queste ore è arrivata una nuova svolta nel caso Almasri, il generale libico che l’Italia ha rimandato a casa a bordo di un volo di Stato, anziché provvedere a consegnarlo alla Corte penale internazionale, in quanto considerato colpevole di crimini contro l’umanità. In questo senso la vicenda non coinvolge il conflitto con la Corte penale internazionale, che ha apertamente accusato il governo Meloni di non aver fatto il suo dovere, ma le indagini portate avanti nel nostro Paese da parte del Tribunale dei ministri.
In questo senso, dagli atti delle indagini, che ancora non si sono concluse, sarebbe emersa una email che metterebbe nei guai Carlo Nordio, attuale Ministro della Giustizia. Un documento che avrebbe messo in luce che il Ministro fosse a conoscenza dell’arresto di Almasri, avvenuto a Torino il 19 gennaio, già il giorno stesso, cosa che gli avrebbe dato il tempo di agire, intervenire e assicurarsi che il mandato d’arresto internazionale fosse rispettato, come prevede la legge. Tale versione andrebbe a smentire quella fornita dallo stesso Nordio in Parlamento, dove parlò di essere stato informato solo il giorno seguente.
Cosa rischia il Ministro
La posizione di Nordio è quindi adesso sotto la lente di ingrandimento con le opposizioni che senza giri di parole hanno detto in coro: “Ha mentito, si dimetta“. Una situazione che potrebbe preso portare delle conseguenze. Infatti, al netto delle indagini ancora non concluse, il Ministro rischia delle conseguenze. Nordio, infatti, potrebbe dover affrontare un’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio, per non aver rispettato il dovere di seguire il mandato d’arresto della Corte penale internazionale. In questo senso, essendo un ministro in carica, Nordio potrà contare sul parere del Parlamento a cui toccherà eventualmente decidere se mandarlo a giudizio oppure no.