Anche Giovanni Toti ha detto la sua sul caso Arianna Meloni e le accuse di ingerenze nelle nomine e designazioni nelle aziende di Stato.
Sono ore di grande tensione nella famiglia Meloni dopo le accuse ai danni di Arianna, sorella della Premier Giorgia, a proposito di presunte ingerenze nelle nomine e designazioni in alcune aziende di Stato. Sul tema è voluto intervenire anche Giovanni Toti che tramite un lungo post su Facebook si è, di fatto, schierato con l’attuale responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia.
Giovanni Toti, il pensiero sul caso Arianna Meloni
Dopo le vicende che lo hanno coinvolto in prima persona e portato alle dimissioni dal ruolo di Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ha voluto commentare la situazione che vede coinvolta l’attuale responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni, sorella della Premier Giorgia. Con un post su Facebook, Toti ha detto: “È indubbio che il direttore Sallusti scriva sulla prima pagina de “Il Giornale” notizie fondate. La sua esperienza e la sua professionalità sono fuori dubbio.
A me stupisce la reazione dei partiti. Arianna Meloni è accusata, dalla politica per ora, vedremo se anche dalla magistratura, di essersi occupata di nomine e designazioni ai vertici di aziende di Stato.
Ma questo è il punto! Scusate ma chi dovrebbe nominare i vertici di quelle società se non chi ha vinto le elezioni? Chi dovrebbe occuparsene se non il capo della segreteria politica del partito vincitore? Viviamo in democrazia! Il giudizio degli elettori conta qualcosa oppure non conta nulla?”.
L’errore
Il messaggio di Toti è poi andato avanti: “Allora, se qualcuno ha votato una legge che impedisce a un esponente di partito di discutere, trattare e scegliere quelle nomine, ha sbagliato e di molto. Cambiamo quella legge e molte altre che impediscono alla politica di fare il suo mestiere. Chi ha vinto le elezioni sceglie chi dirige i gangli del Paese e, se sbaglia scelta, lo giudicheranno nelle urne gli elettori e nessun altro! Vogliamo cambiare le leggi che colpevolmente il Parlamento ha approvato e ridare dignità alla volontà popolare. Così non ci saranno indagini di cui indignarci. Cominciamo a guardare la luna e non il dito”.