Caso camici in Lombardia, gli uomini delle forze dell’ordine hanno perquisito la società del cognato di Attilio Fontana.
Caso camici, con le perquisizioni alla Dama, società di Andrea Dini gli inquirenti, stando alle indiscrezioni della stampa, sarebbero alla ricerca di comunicazioni che possano essere intercorse lo scorso mese di maggio tra Andrea Dini e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana
Caso camici, perquisita la società del cognato di Fontana
Come noto gli inquirenti indagano per frode in pubbliche forniture e nello specifico si indaga sui venticinquemila camici che Aria spa avrebbe dovuto donare alla Regione Lombardia e che invece ha provato a rivendere. E il secondo tema spinoso è quello della donazione. L’operazione sarebbe nata come fornitura prima di essere tramutata in donazione con una mail.
La trasformazione della fornitura in donazione
Come noto, è stato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a chiedere al cognato di convertire l’operazione in donazione, questo per evitare polemiche. Secondo la narrazione, saremmo al 17 maggio. Si apre la partita dei tempi. Al 17 maggio la notizia della commessa dei camici avrebbe già raggiunto la redazione della trasmissione Report che avrebbe già iniziato a muoversi. C’è un collegamento tra l’inizio dell’inchiesta giornalistica e la trasformazione in donazione?
Il conto svizzero
Tornando alla ricostruzione, Fontana prova a risarcire il cognato con un bonifico che sarebbe poi stato bloccato dalla fiduciaria. Un bonifico da 250.000 euro mossi dal conto svizzero del governatore della Regione Lombardia. Sul conto in questione Attilio Fontana, alla morte della madre, scudò 5 milioni di euro circa. Ma secondo le ultime ricostruzioni giornalistiche sulla vicenda, il conto in questione sarebbe stato tutt’altro che giacente.