Caso Cecilia Sala, Tajani: “Vedremo quali sono i capi di imputazione”

Caso Cecilia Sala, Tajani: “Vedremo quali sono i capi di imputazione”

La giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran e detenuta nel carcere di Evin. Ecco le dichiarazioni ufficiali.

La giornalista italiana Cecilia Sala, esperta di affari esteri e collaboratrice del Foglio e di Chora Media, è stata arrestata a Teheran il 19 dicembre 2024 durante una missione di lavoro. Sala si trovava in Iran dal 12 dicembre per un reportage e sarebbe dovuta rientrare in Italia il 20 dicembre. Attualmente, è detenuta nel carcere di Evin, noto per ospitare prigionieri politici e attivisti.

Il governo italiano, attraverso la Farnesina, è intervenuto immediatamente per verificare le condizioni della giornalista e ottenere chiarimenti sui motivi del fermo. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha rassicurato: «È in buona salute. Vedremo quali sono i capi di imputazione. Il governo sta lavorando con la massima discrezione per cercare di riportarla in Italia.»

Antonio Tajani

Le azioni della Farnesina e l’intervento diplomatico

Sin dal momento dell’arresto, la Farnesina ha collaborato con l’ambasciata italiana a Teheran per monitorare il caso. L’ambasciatrice Paola Amadei ha incontrato Cecilia Sala durante una visita consolare, confermando che le sue condizioni di salute sono buone. La Farnesina ha dichiarato: «In accordo con i genitori della giornalista, invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda.»

La giornalista ha avuto modo di effettuare due telefonate ai familiari. Tuttavia, Mario Calabresi, CEO di Chora Media, ha sottolineato la natura limitata di queste comunicazioni: «Ci siamo preoccupati appena non ha mandato la puntata del podcast Stories. Nella tarda mattinata di venerdì, Cecilia ha chiamato la madre ma ha potuto solo leggere un testo scritto. Alle domande ha risposto: “Non sono autorizzata a rispondere”.»

Dichiarazioni dei ministri e le prospettive future

Oltre a Tajani, anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ribadito l’impegno del governo italiano per ottenere la liberazione della giornalista: «Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell’inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane, tutto il governo, in primis il presidente Giorgia Meloni ed il ministro Tajani, si è mosso per farla liberare. Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro.»

Le autorità iraniane non hanno ancora comunicato i capi d’accusa ufficiali. Tuttavia, Tajani ha osservato: «Mi sembra che le cose che (Sala) ha detto non fossero particolarmente gravi nei suoi articoli. Ha ottenuto anche delle interviste da vertici importanti dei Pasdaran.»

Il caso di Cecilia Sala rappresenta un banco di prova per la diplomazia italiana e solleva interrogativi sul trattamento dei giornalisti in Iran. Mentre le trattative diplomatiche proseguono, il governo continua a lavorare con discrezione e intensità per riportare la giornalista a casa.