Caso Elena Ceste: la donna uccisa da un marito aggressivo

Caso Elena Ceste: la donna uccisa da un marito aggressivo

Elena Ceste scompare nel nulla nel 2014. Dopo 9 mesi viene ritrovato il suo cadavere. Il marito è stato condannato a 30 anni.

Tra i casi di cronaca nera che più hanno scosso l’Italia negli ultimi anni, quello di Elena Ceste ha tenuto più di tutti l’intero Paese in uno stato di attesa e preoccupazione, durato per tutti i 9 mesi della sua scomparsa. Poi però la giovane donna è stata ritrovata morta: ad ucciderla, secondo la giustizia, il marito. Ricostruiamo insieme la tragica vicenda.

La scomparsa di Elena Ceste e la denuncia del marito

E’ il 24 gennaio 2014 quando Elena Ceste, casalinga 36enne e madre di 4 figli, scompare dal paesino in cui abita, Costigliole d’Asti, più precisamente dalla frazione di Santa Margherita. A denunciare il fatto è il marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco sposato con lei dal 1999, nel giorno stesso della sua sparizione.

A detta dell’uomo, la donna potrebbe essersi allontanata perchè turbata dalla rivelazione che aveva fatto al marito il giorno prima, riguardante il fatto che lei intratteneva scambi di messaggi con un altro uomo. Secondo Buoninconti, Elena avrebbe lasciato la casa senza abiti e senza gli indispensabili occhiali.

I dubbi degli inquirenti sul marito

La storia raccontata dal marito non convince molto gli investigatori. Nel corso degli indagini, anche grazie a varie intercettazioni, emerge inoltre come l’uomo abbia un’indole particolarmente aggressiva, sia con la moglie che con i figli.

Michele Buoninconti parla di aver impiegato parecchio tempo per “raddrizzare” la moglie, e minaccia i figli di non raccontare i duri litigi della coppia. Il matrimonio tra la Ceste e Buoninconti, insomma, appare tutt’altro che sereno, bensì sembra minacciato da oppressione, controllo e possibili amanti.

Il ritrovamento del cadavere di Elena Ceste

Le ricerche della donna durano per 9 mesi, fino a quando, il 18 ottobre 2014, gli investigatori rinvengono il suo corpo lungo le rive del Rio Mersa. Nonostante l’avanzata decomposizione, emerge chiaramente che Elena Ceste è stata strangolata: cade quindi l’ipotesi di un allontanamento volontario, sostenuta in prima battuta dal marito.

Peraltro, gli inquirenti si accorgono di strani movimenti sul cellulare della donna, orari che non coincidono con le testimonianze raccolte delle indagini, e altre stranezze che li portano ad una sola conclusione: secondo loro, è stato proprio il marito, Michele Buoninconti, ad aver commesso il crimine.

Michele Buoninconti: l’accusa e la condanna

Michele Buoninconti avrebbe ucciso sua moglie Elena Ceste la mattina del 24 gennaio, dopo aver accompagnato i figli a scuola. Elena era appena uscita dalla doccia: probabilmente è nato l’ennesimo litigio con il coniuge e l’uomo non ha contenuto la sua furia omicida. Ha poi caricato il corpo in automobile e l’avrebbe abbandonato dove poi è stato ritrovato.

Anche se non ha mai confessato il delitto, Buoninconti è stato condannato a 30 anni di carcere nel 2015 per omicidio e occultamento di cadavere, sentenza poi confermata dalla Cassazione nel 2018. Gli è stata anche tolta la patria podestà dei figli, andati a vivere con i nonni materni in provincia di Cuneo.