Caso Emanuela Orlandi, clamorose dichiarazioni: chi voleva fare luce sulla questione

Caso Emanuela Orlandi, clamorose dichiarazioni: chi voleva fare luce sulla questione

Emanuela Orlandi: monsignor Valentino Miserachs Grau in Commissione, nuovi chiarimenti sulle indagini.

La Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi ha proseguito le sue audizioni, ascoltando oggi monsignor Valentino Miserachs Grau. Il testimone, noto per il suo ruolo di maestro di canto corale della scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, frequentata da Emanuela Orlandi, ha offerto importanti chiarimenti riguardo alle indagini precedenti.

Caso Emanuela Orlandi: le dichiarazioni di monsignor Miserachs Grau

Monsignor Miserachs ha confermato di essere stato interrogato nel 2012 dal capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani. “Sì, confermo, nel 2012 fui interrogato dal capo della gendarmeria vaticana, Domanico Giani”, ha dichiarato come riporta anche Leggo.it. “Non so se oltre me è stato convocato qualcuno, però io fui convocato dal capo della Gendarmeria, c’era anche l’assessore della Segreteria di Stato e qualche altro gendarme perché papa Benedetto voleva far luce sulla questione”.

La sparizione di Emanuela Orlandi, la quindicenne di cui si persero totalmente le tracce a Roma il 22 giugno 1983, rappresenta uno dei casi più inquietanti e complessi della cronaca nera degli ultimi anni.

Le parole di Alberto Laurenti

In queste ore è intervenuto anche il musicista Alberto Laurenti. Raggiunto dall’ANSA ha spiegato cosa lo avrebbe spinto ad intervenire dopo la pregressa conoscenza con Emanuela Orlandi quando erano molto giovani e frequentavano, una volta a settimana, i corsi di canto presso l’Istituto vaticano Ludovico da Victoria di piazza Sant’Apollinare a Roma.

IlMessaggero.it ha riportato fedelemente le sue dichiarazioni: “Si vuol far passare una quattordicenne di quarant’anni fa, un’altra epoca, come una ragazza assetata di fama e successo che addirittura avrebbe sfruttato la presenza tra il pubblico di un programma televisivo per poter aggiungere chissà quale obiettivo pseudoartistico. Ho letto articoli vergognosi, i cui autori meriterebbero richiami disciplinari su cui il mio legale sta lavorando, che tentano di scavare nella testa di una ragazzina attribuendole iniziative mai avvenute”.