Caso Giovanni Fidaleo, il carabiniere: “Miriam mi ha chiesto di non sparare”

Caso Giovanni Fidaleo, il carabiniere: “Miriam mi ha chiesto di non sparare”

“Non ho avuto il coraggio di uccidere anche Miriam, mi supplicava di non sparare”, dice Molinaro sul processo del delitto Fidaleo.

Un omicidio scaturito dalla gelosia del carabiniere Giuseppe Molinaro che il 7 marzo scorso ha ucciso il direttore d’albergo Giovanni Fidaleo, pensando che avesse una relazione con la fidanzata, Miriam Mignano. A scatenare la furia sarebbe stato un regalo per Fidaleo da parte della donna, che lavorava nello stesso hotel di Latina. Al Tribunale di Cassino l’appuntato racconta la sua versione dei fatti.

giudice imputato tribunale

Giuseppe Molinaro si sarebbe recato all’Hotel Nuova Suio, a Castelforte di Latina, col fine di cogliere in flagrante la donna che frequentava insieme a Fidaleo. Appena arrivato, sono partiti due colpi di pistola contro il direttore, morto sul colpo. Miriam, di 40 anni, è stata solo ferita. Poi il carabinieri è subito fuggito via raccontando tutto ad un amico. Subito dopo Molinaro si è consegnato.

La versione di Molinaro

Giuseppe Molinaro racconta al gip la sua versione dei fatti. Non era la prima volta che Miriam Mignano lo tradiva, scaturendo la scarsa fiducia nel rapporto da parte dell’appuntato della stazione di Carinola. Quella mattina era in servizio: tornato a casa avrebbe sentito al telefono la donna che aveva avvisato che sarebbe andata a mangiare da un’amica.

Miriam, in quanto guardia giurata, si era recata rima in caserma per registrare una pistola in suo possesso. Ma non credendo alle sue parole, Molinaro si è recato all’Hotel Nuova Suio per incontrare il presunto amante della fidanzata, Giovanni Fidaleo.

Arrivato nel parcheggio, vede Miriam giungere sulla sua Fiat Punto con un regalo in macchina. Chiedendole spiegazioni, lei risponde che era proprio per Fidaleo. Nonostante i rifiuti di lei, Molinaro la costringe ad entrare in hotel con lui per un confronto col direttore. Vedendo l’uomo, Fidaleo si avvicina all’ingresso con una mazza di ferro.

Molinaro prende la sua pistola d’ordinanza, la carica ed esplode i quattro colpi contro Fidaleo attraverso la vetrata dell’ingresso principale. Ferito, Fidaleo striscia dietro un divano chiamando i soccorsi col suo cellulare.

Quando viene ferita Miriam

Miriam cerca di fermarlo. Lui spara un colpo e la colpisce al seno. Lei lo implora di non ammazzarla, ma Molinaro le punta la pistola contro, le grida: “Ammazzo te e poi mi uccido io”. Il secondo colpo, senza guardare, ferisce la donna al bacino che urla dicendo di sentire freddo. “Per dieci minuti sono rimasto a fissare Miriam”, racconta Molinaro.

Raggiunge lo studio della sua psicologa, confessando il delitto. Ma prima si ferma al parcheggio del Bar “Punto G” di Teano, dove incontra sua figlia alla quale consegna 1.000 euro in contanti, l’onorario per l’avvocato che ha avviato le pratiche di separazione dalla moglie. Per gli investigatori però, versione non è credibile.

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