Caso Giulio Regeni: arriva la testimonianza chiave

Caso Giulio Regeni: arriva la testimonianza chiave

Le rivelazioni di Francesco De Lellis sul caso Giulio Regeni, mettendo in luce le contraddizioni nelle indagini e la ricerca della verità.

Secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it, Francesco De Lellis, ricercatore e amico di Giulio Regeni, ha offerto una testimonianza significativa a Roma nel processo riguardante il sequestro, le torture e l’omicidio del giovane ricercatore friulano. Le sue parole hanno gettato nuova luce sulle circostanze sospette attorno alla scomparsa e alla morte di Regeni, avvenuta tra gennaio e febbraio 2016.

Interrogatori della polizia egiziana: depistaggio o ricerca di verità?

Quelle che mi furono rivolte dalla polizia egiziana non erano domande di persone che cercavano uno scomparso“, ha dichiarato De Lellis, come riportato da ilfattoquotidiano.it. Le domande rivoltegli riguardavano più le attività di ricerca di Giulio, le sue frequentazioni e dettagli personali come l’orientamento sessuale e l’uso di droghe. Questo tipo di domande ha sollevato sospetti sulle vere intenzioni delle autorità egiziane.

De Lellis si trovava al Cairo per un dottorato di ricerca quando Giulio Regeni fu rapito il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita il 3 febbraio seguente, con evidenti segni di tortura. La sera del 2 febbraio, De Lellis e un amico egiziano furono convocati alla stazione di polizia di Dokki. Le domande degli agenti sembravano mirate a indirizzare le risposte verso ipotesi di politicizzazione di Regeni o altre presunte “devianze“, secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it.

La scoperta della morte di Regeni

De Lellis ha ricordato che mentre attendeva la fine dell’interrogatorio del suo amico, ha appreso dai media italiani della morte di Giulio Regeni. “Qualche giorno dopo, l’ambasciata ci consigliò di dormire presso di loro e il giorno successivo fummo sollecitati a lasciare l’Egitto“, ha dichiarato De Lellis, citato da ilfattoquotidiano.it. Questa raccomandazione, apparentemente per motivi di sicurezza, ha evidenziato il clima di tensione e preoccupazione che circondava il caso.

De Lellis ha anche raccontato di aver conosciuto Giulio Regeni nel novembre 2015 al Cairo. “Era già nel gruppo di amici egiziani italofoni ed è stato facile entrare in confidenza con lui per via della sua socievolezza“, ha aggiunto, secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it. Questo dettaglio personale sottolinea il forte impatto emotivo della tragica fine di Regeni su coloro che lo conoscevano.

Le dichiarazioni di Francesco De Lellis evidenziano le molteplici zone d’ombra e contraddizioni nelle indagini ufficiali sulla morte di Giulio Regeni. Le accuse mosse contro i quattro agenti egiziani, tra cui Usham Helmi, il generale Sabir Tariq, i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Aprono una possibilità di giustizia in un caso che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana e internazionale.

Argomenti