Gli Stati Uniti e l’alleato britannico sono pronti a boicottare la “Davos nel deserto” a seguito del caso Khashoggi, il giornalista dissidente scomparso 12 giorni fa nel consolato saudita di Ankara.
Il caso Khashoggi rischia di provocare una grande crisi diplomatica tra l’Occidente e l’Arabia Saudita. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna starebbero seriamente valutando l’ipotesi di boicottare la “Davos nel deserto“, ossia il summit dei giganti della finanza e dell’economia americana, in programma a Riad dal 23 al 25 ottobre. Secondo fonti diplomatiche riportate dalla Bbc, sia il segretario al Tesoro Usa, Steve Mnuchin, che il segretario al Commercio internazionale del Regno Unito, Liam Fox, potrebbero non partecipare all’evento di Riad, patrocinato dal principe ereditario, Mohamed bin Salman.
La punizione di Donald
La decisione sarebbe fortemente voluta dal capo della Casa Bianca. Trump, infatti, avrebbe promesso una punizione severa a seguito del mistero della scomparsa di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente scomparso 12 giorni fa nel consolato saudita ad Ankara.
Ipotesi dell’omicidio
Di Khashoggi non si hanno più notizie dal momento in cui è entrato nella sede consolare dell’Arabia Saudita in Turchia. La polizia turca è convinta che il giornalista sia stato ucciso e poi smembrato. Secondo il New York Times, il giornalista, che collaborava con il Washington Post, sarebbe stato fatto a pezzi con una sega dentro l’edificio da agenti dei servizi di Riad: i suoi resti sarebbero quindi stati portati fuori nascosti dentro un minivan nero. Tra l’altro, Il governo turco ha riferito a funzionari statunitensi di essere in possesso di registrazioni audio e video che provano che Khashoggi è stato ucciso all’interno del consolato. Riad ha replicato affermando che si tratta solo di “menzogne”.