Caso Liliana Resinovich: morta per soffocamento
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Caso Liliana Resinovich: morta per soffocamento

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Depositata consulenza sul caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa e trovata morta a Trieste: morta soffocata.

La donna era scomparsa a dicembre dello scorso anno, ma il ritrovamento del suo corpo senza vita è avvenuto solo il mese successivo. Liliana Resinovich in un primo momento parve essere deceduta dopo un suicidio intenzionale, ma le persone a lei vicine non hanno mai sostenuto questa tesi. Sarà stata “uccisa per punizione” da una persona fidata? La Procura afferma che, secondo le indagini, la 63enne sia morta per soffocamento.

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Liliana Resinovich è stata trovata morta a Trieste, lo scorso 5 gennaio, dopo quasi un mese in cui nessuno aveva sue notizie. Secondo le prime indagini sarebbe stato un suicidio, ma la famiglia non ha mai creduto che possa essere stata questa la risposta. A credere in un omicidio intenzionale, oltre la sua famiglia, anche l’amica e l’amante della donna che spiegano la loro tesi.

Le tesi

Il fratello della 63enne, Sergio, aveva dichiarato che l’occhio destro della sorella era tumefatto. Inoltre, la narice destra aveva del sangue rappreso e il lato destro della lingua una ferita, “come se avesse ricevuto un colpo”. Anche l’amica, Gabriella Micheli, aveva espresso le sue perplessità sulla vicenda affermando che secondo lei la donna sia stata uccisa per punizione, da parte di una persona che lei conosceva bene, di cui si è fidata.

Claudio Sterpin, amico e amante di Liliana, sosteneva invece che la sua scomparsa sia avvenuta mentre cercava di voltare pagina dopo un matrimonio infelice. Pare che la 63enne voleva separarsi dal marito Sebastiano Visintin, ma l’uomo continua a dirsi ignaro della volontà di sua moglie di divorziare.

Le indagini

I pm della Procura di Trieste, dopo le ricerche effettuate, hanno dichiarato che Liliana sarebbe deceduta per “morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo” e il decesso risalirebbe a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso”. I consulenti scrivono che “il cadavere non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte, con assenza per esempio di solchi e/o emorragie al collo, con assenza di lesioni da difesa, con vesti del tutto integre e normoindossate, senza chiara evidenza di azione di terzi”.

A questo punto, la Procura dovrà valutare se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d’intentato per fare piena luce sull’episodio.

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ultimo aggiornamento: 31 Ottobre 2022 18:02

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