Caso Liliana Resinovich: le novità sulla traccia della Scientifica
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Caso Liliana Resinovich: le novità sulla traccia di guanti, GoPro e sui jeans

la defunta LIliana Resinovich

Liliana Resinovich: la Scientifica esclude che l’impronta sul sacco fosse di un guanto, suggerendo che venga dai jeans della vittima.

Quando una scena del crimine sfugge alle aspettative, la verità può nascondersi in dettagli minuti, nel caso Resinovich, l’enigma principale – una presunta impronta “guantata” sul sacco nero che avvolgeva le gambe del cadavere – si smonta in una svolta sorprendente. Le analisi della Scientifica, disposte dal gip nel 2023, hanno escluso che quella traccia provenisse da un guanto, riscrivendo il quadro investigativo. La interessante svolta ruota attorno ai jeans della vittima, Liliana Resinovich, trovata morta il 5 gennaio 2022 in un boschetto vicino all’ex ospedale psichiatrico di Trieste.

Crimine

Le analisi della Scientifica e la pista “guantata”

Come scritto da open.online, secondo quanto riportato da Il Piccolo, i rilievi tecnici hanno escluso la compatibilità tra un guanto circoscritto e l’impronta rinvenuta sul sacco nero. Dopo aver considerato e scartato l’ipotesi di una mano estranea – come quella di un operatore durante il trasporto del corpo – gli esperti hanno replicato le condizioni trovate nel boschetto triestino.

È emerso che i jeans indossati da Liliana potevano produrre «impronte a trama regolare simili e confrontabili» con quella riscontrata sul sacco. È un’ipotesi che cambia la prospettiva investigativa: non più una mano estranea, ma un elemento già presente sulla vittima – una traccia potenzialmente auto‑generata, involontaria, che elimina la pistola fumante della guantata intenzionalità.

La GoPro del marito e la difesa: “indagini contro, non per”

Parallelamente, le verifiche sulla GoPro di Sebastiano Visintin, marito della vittima e indagato nel caso, non hanno apportato elementi nuovi. Le coordinate GPS tra le 12:16 e le 13:33 del 14 dicembre 2021 risultano coerenti con i video registrati, e gli orari dei file corrispondono alle dichiarazioni di Visintin.

I difensori hanno colto la mancanza di elementi concreti a carico: secondo loro, «le indagini hanno preso una direzione contro l’indagato e non a favore della verità». Hanno anche espresso timore rispetto all’esito: «Se non emergeranno sufficienti elementi per sostenere un giudizio, la Procura chiederà l’archiviazione, ma storicamente il nostro assistito resterà un indagato. Paradossalmente, sarebbe meglio andare a giudizio e uscirne assolti».

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ultimo aggiornamento: 7 Agosto 2025 12:06

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