Mario Paciolla, i genitori: “Omicidio camuffato da suicidio”

Mario Paciolla, i genitori: “Omicidio camuffato da suicidio”

“Speriamo sia fatta luce sull’accaduto”, afferma l’avvocata Emanuela Motta che segue il caso di Mario Paciolla.

Anna e Giuseppe, i genitori di Mario Paciollatrovato impiccato il 15 luglio 2020 nella sua abitazione in Colombia – sperano che vengano approfondite le tracce sulla scena del crimine e le incongruenze esistenti su questo omicidio camuffato da suicidio. “Speriamo che il Gip non archivi”, dichiarano a Ilfattoquotidiano.it.

sala tribunale

Il caso di Mario Paciolla

La mattina del 15 luglio 2020, un’amica e collega di Mario Paciolla – dipendente delle Nazioni Unite in Colombia – non vedendolo arrivare in ufficio, va a cercarlo nella sua casa di San Vicente del Caguán. Qui trova il suo corpo senza vita impiccato con un lenzuolo, ma nella stanza erano presenti anche tracce di sangue.

In un primo momento gli inquirenti avviano un fascicolo per omicidio contro ignoti, ma non riuscendo ad ottenere alcuna prova concreta su questa ipotesi, si è deciso di chiudere il fascicolo per suicidio. Tuttavia, la famiglia di Mario non ha mai creduto a questa possibilità.

Adesso la Gip di Roma, Monica Ciancio, è stata chiamata a valutare se sia stata corretta l’archiviazione dell’indagine relativa alla morte del 33enne.

Il coinvolgimento dei funzionari Onu

Emanuela Motta e Alessandra Ballerini, le avvocate che seguono il caso di Paciolla, hanno avuto la possibilità di discutere davanti a un giudice tutti i punti della vicenda che si presentano ancora poco chiari, “rispetto alle quali pensiamo che si debba ancora procedere con le indagini”.

Adesso si attende la risposta del giudice, su quegli aspetti assolutamente non spiegabili con il suicidio, come hanno sempre sostenuto anche i genitori di Mario, Anna Motta e Giuseppe Paciolla. Tra gli elementi che non rendono convincente questa ipotesi c’è la pulizia della scena del crimine.

Juan Vasquez e Christian Thompson, i due funzionari dell’Onu, si sarebbero introdotti in casa di Mario ripulendo la scena del crimine con la candeggina. In questo modo sono state eliminate le tracce che sarebbero state fondamentali per accertare l’omicidio.

“Eravamo in piena pandemia, Mario era in smart working, usciva poco sul territorio e stava rientrando con un volo umanitario”, raccontano i genitori del 33enne, precisando che avrebbe dovuto fare rientro in Italia il 20 luglio, 5 giorni dopo la sua morte.

I dettagli emersi

Paciolla avrebbe fatto ricerche su un bombardamento, avvenuto il 29 agosto 2019 ad opera dell’esercito colombiano, sull’accampamento del comandante delle Farc, Rogelio Bolivar Cordova. Nell’attacco erano morti anche sette minorenni.

La notizia portò alle dimissioni del ministro della Difesa Guillermo Botero tramite Raul Rosende, direttore della missione di verifica di Mario. L’esito avrebbe creato anche tensioni fra Mario e i capo missione delle Nazioni Unite.

I dettagli emersi dall’autopsia sul corpo di Mario Paciolla, rilevano segni di strangolamento, con alcune ferite che avrebbero potuto essere state inflitte quando l’uomo era in uno stato agonizzante oppure già morto.

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