Il caso del Monte dei Paschi di Siena sta entrando nel vivo.
Il caso del Monte dei Paschi di Siena sta entrando nel vivo. Il governo infatti sta cercando un compratore per il 20% del capitale della banca senese: a questo punto sta cercando nel sistema bancario un soggetto in grado di poter sostenere l’acquisizione della più antica banca italiana e probabilmente anche di più antiche banche del mondo.
Ma è giusto che un governo faccia pressione su una banca che già deve rispondere alla BCE e al mercato del proprio operato, oltre che gli investitori? In particolare facendo pressione per acquistarla, creando delle riserve di rischio di grandi diseconomie all’interno della banca e soprattutto per i clienti.
Questa è la domanda che bisogna porsi oggi che il Governo, appunto per quanto si sa, intende fare pressione sui vertici della banca milanese e in particolare sul suo amministratore delegato Castagna affinché compri il monte.
Ricordiamo soltanto una cosa: un precedente di questo tipo lo abbiamo avuto durante il governo di Matteo Renzi, in cui la ministra Boschi, fece pressioni e domandò all’amministratore delegato di Unicredit di acquistare proprio il Monte dei Paschi. Ne risultò un putiferio politico di grandi proporzioni, oltre che di mercato. Vogliamo ripetere gli stessi errori? Probabilmente il governo dovrà riflettere su questo aspetto. Non si tratta soltanto di sistemare una banca, ma si tratta di rafforzare l’intero sistema bancario italiano affinché risponda alle esigenze non solo delle famiglie, ma soprattutto delle imprese in un momento in cui la concessione del credito diventa sempre più difficile.