Sono passati 70 anni dal caso di Wilma Montesi, la 21enne romana uccisa di cui non fu mai trovato l’assassino.
La 21enne romana, Wilma Montesi fu ritrovata l’11 aprile 1953 sulla battigia di Tor Vajanica a sud di Ostia. Di questo caso prima del 17 aprile nessun quotidiano ne parla.
Montesi era promessa sposa entro l’anno e figlia di un falegname e non si sa chi abbia potuto assassinarla. A 70 anni di distanza resta ancora un caso irrisolto e uno dei delitti più sconvolgenti del dopoguerra.
Il caso Montesi coinvolge il mondo della politica, della magistratura e anche della chiesa, come scrivono gli storici “porterà la società politica democristiana sull’orlo di un baratro” perché questo caso sconvolge l’Italia e le reazioni degli italiani mostrano le contrapposizioni e le contraddizioni interne del nostro Paese degli anni 50. C’è chi si nascondeva dietro il moralismo democristiano chi invece gridava giustizia.
Il primo caso mediatico della storia
Questo omicidio viene ricordato come il primo scandalo della Prima Repubblica prima ancora di Tangentopoli del 1992 che decretò la fine dell’epoca. La giovane donna fu trovata senza vita sulla spiaggia. Tra le prime ipotesi c’era un malore o un annegamento e anche quella del suicidio. Le testimonianze di quella giornata sono confuse. Secondo i quotidiani dell’epoca l’autore del delitto sarebbe il figlio di una personalità politica e per questo la polizia tace.
Tra accuse e querele in politica la magistratura chiude il caso ma non è mai stato risolto. Questo caso Montesi è stato più di un caso di cronaca nera ma è stato un caso politico che ha sconvolto tutta la democrazia, soprattutto la Dc dell’epoca. Ma ancor più importante è che il caso Montesi è stato il primo caso mediatico che ha coinvolto tutti tra tribunale e media e pubblica opinione.