Caso Emanuela Orlandi, il fratello sospetta di Papa Wojtyla: “Mi dicono che…”

Caso Emanuela Orlandi, il fratello sospetta di Papa Wojtyla: “Mi dicono che…”

Pietro Orlandi ha rivelato che tra i vari nomi su cui si indagherà senza sconti c’è anche quello di Papa Wojtyla.

Subito dopo Pasqua Pietro Orlandi è stato ascoltato dal promotore di giustizia del Vaticano Diddi insieme alla sua avvocata Laura Sgrò. Un incontro atteso da oltre tre anni. Il fratello di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa in Vaticano 40 anni fa, ha rivelato a DìMartedì che tra i vari nomi emersi su cui la giustizia vaticana ha accettato di far chiarezza c’è anche quello del Papa Wojtyla.

Alla fine del 2022 il Vaticano ha riaperto l’inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, con l’esplicita richiesta da parte di Papa Francesco e il segretario di Stato di far chiarezza e indagare a 360° gradi, senza fare sconti a nessuno. Pietro Orlandi infatti dopo l’incontro durato oltre otto ore ha affermato di aver incontrato molta disponibilità sulla questione.

Pietro Orlandi

Le accuse contro il Papa Giovanni Paolo II

Ho percepito la volontà di fare chiarezza” ha detto Pietro Orlandi dicendo che Diddi ha avuto il nulla osta da parte del Pontefice di indagare “dalla base al vertice”. Se nel caso emergeranno coinvolgimenti da parte di personalità più in vista del Vaticano, non si risparmierà di certo. “Non ci saranno intoccabili”, quindi. Tra i “nomi eccellenti” fatti dal fratello di Emanuela al magistrato, quello del cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio e all’epoca della scomparsa di Emanuela sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato.

Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…“, ha detto ieri sera Orlandi a DiMartedì ribadendo i sospetti sul Papa di allora. Orlandi ha detto tra l’altro: “sono convinto che Giovanni Paolo II, Ratzinger e Francesco siano a conoscenza di quello che è avvenuto”.

Orlandi è in possesso anche di un audio di un uomo vicino alla banda della Magliana: “Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario”.