Caso Regeni: la testimonianza di Varricchio solleva interrogativi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso Regeni: la testimonianza di Varricchio solleva nuovi interrogativi

Giulio Regeni

La recente testimonianza di Varricchio nel caso Regeni ha portato alla luce discrepanze temporali che potrebbero influenzare l’indagine.

La scomparsa di Giulio Regeni il 25 gennaio 2016 al Cairo ha scosso profondamente l’opinione pubblica e dato il via a un’indagine complessa che, ancora oggi, rivela dettagli inaspettati. Tra le figure chiave emerse nell’ultimo sviluppo del processo c’è Armando Varricchio, all’epoca consigliere diplomatico presso la Presidenza del Consiglio.

Giulio Regeni

La versione iniziale: Varricchio era a Roma?

Durante la sua testimonianza dell’11 febbraio, Varricchio aveva dichiarato di essere a Roma nei giorni successivi alla scomparsa di Regeni e di aver appreso della vicenda il 28 gennaio 2016. Il contatto tra l’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari, e la Presidenza del Consiglio sarebbe avvenuto tramite Varricchio stesso.

In quella sede, il diplomatico aveva affermato: “Sono stato informato il 28 gennaio e mi trovavo a Roma quando ricevetti la comunicazione”. Questo dettaglio sembrava chiudere il cerchio sulle prime fasi delle comunicazioni istituzionali.

La rettifica e il cambio di prospettiva

Tuttavia, il 19 febbraio, Varricchio ha inviato una nota alla Corte d’Assise per correggere la sua precedente dichiarazione. Dopo aver consultato le agende con gli appuntamenti dell’epoca, ha scoperto di non trovarsi a Roma, ma in Giappone. Questo cambiamento non è passato inosservato e ha spinto la Corte a inviare gli atti in procura per ulteriori accertamenti.

Nella nota, Varricchio ha precisato: “Dopo aver verificato i miei impegni, devo correggere quanto dichiarato: ero in Giappone e venni a conoscenza della scomparsa di Giulio solo il 31 gennaio 2016”. Questo slittamento temporale solleva interrogativi importanti, poiché i medici legali hanno collocato la morte di Regeni tra il 31 gennaio e il 2 febbraio 2016, rendendo quei giorni cruciali.

La reazione della famiglia non si è fatta attendere. La difesa, il legale della famiglia Regeni, ha dichiarato: “Siamo rimasti tutti basiti. Abbiamo ascoltato tutti in aula le dichiarazioni dell’ex consigliere Varricchio, che per quanto imbarazzata era stata una testimonianza nella quale si dava atto di una serie di cose ed aveva riferito contatti frequenti con la Farnesina e oggi viene fuori che si è occupato della scomparsa di Giulio solo il 31 sera”. Come riportato da today.it

Questo sviluppo non solo mette in discussione la precedente testimonianza. Ma evidenzia come dettagli temporali apparentemente secondari possano rivelarsi determinanti per fare finalmente luce sulla verità del caso Regeni.

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ultimo aggiornamento: 19 Febbraio 2025 19:03

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