Caso Sea Watch, Carola Rackete sarà scarcerata ma potrebbe essere costretta a lasciare Lampedusa. E Salvini prepara i documenti per l’espulsione.
Il caso Sea Watch volge ormai alle battute finali con l’udienza per Carola Rackete, che dovrebbe essere scarcerata. Stando alle ricostruzioni più accreditate, già nel pomeriggio del 1 luglio Carola sarà una donna libera ma molto probabilmente costretta a lasciare l’isola di Lampedusa.
Carola Rackete sarà scarcerata
La Procura ha chiesto infatti la convalida dell’arresto per Carola Rackete ma per aver urtato una nave della Guardia di Finanza e per non aver rispettato gli ordini di navi da guerra.
Per il reato di violenza contro nave da guerra si rischia una condanna che va da tre a dieci anni di reclusione, ma la Procura non ha chiesto l’applicazione della detenzione ai domiciliari e il gip non può comminare pene più severe da quelle richieste dalla Procura. Il rischio è quello che Carola possa vedersi comminato il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.
Il caso Sea Watch si concluderà con un nulla (o almeno un poco) di fatto. Che ha quel retrogusto dell’assurdo che solo i cavilli burocratici e legislativi sanno regalare. Per la legge italiana l’arresto di Carola Rackete è stato giusto e legittimo ma non è necessario che resti ai domiciliari (o in stato di detenzione) durante il proseguimento delle indagini.
Matteo Salvini prepara i documenti per l’espulsione dall’Italia di Carola Rackete
Ma Salvini aveva già ipotizzato se non addirittura previsto tutto, e per questo motivo aveva fatto sapere già nelle ore successive all’arresto di avere preparato un’ordinanza per l’espulsione di Carola Rackete da applicare nel caso in cui la magistratura avesse deciso di renderle la libertà.