Le parole pungenti dell’ex calciatore, Cassano, mirano a scuotere il talento del Milan, Leao ma rispecchiano una realtà incontestabile?
In una recente trasmissione di Bobo TV, Antonio Cassano non ha risparmiato critiche nei confronti di Rafael Leao del Milan, in seguito alla sua prestazione nella sfida contro il Paris Saint-Germain. L’ex calciatore ha messo in discussione non solo la prestazione singola del giovane talento, ma ha toccato temi più ampi riguardanti la sua carriera in Italia e le aspettative ad essa collegate.
Le parole di Cassano: un verdetto inesorabile
Cassano, con una certa dose di ironia, ha evidenziato come Leao si autodefinisca un fenomeno senza, secondo il suo punto di vista, averne le credenziali: “Leao realmente si crede un fenomeno, senza esserlo. Nella realtà non mi sembra che fa tre gol contro l’Empoli, tre gol con il Verona o tre gol con il Bologna,” ha asserito l’ex giocatore. Le parole di Cassano sembrano sottolineare una presunta mancanza di costanza e di impatto decisivo nelle partite cruciali da parte di Leao, nonostante le alte aspettative che lo circondano.
Sei anni in Italia: un bilancio insoddisfacente?
Cassano ha poi fatto riferimento al periodo trascorso da Leao in Italia, sottolineando come, a suo avviso, il giocatore non sia riuscito a dimostrare appieno il suo valore: “Sono sei anni che è in Italia: fumo tantissimo, risponde a me con le faccette del pagliaccio o a qualcun altro… A me serve vedere che fai la differenza.” Ha inoltre evidenziato l’aspetto economico, citando l’ingaggio di otto milioni di euro di Leao e definendolo come il giocatore più forte del Milan, pur non essendo riuscito a mostrare le sue capacità in partite importanti.
Il suo giudizio si è poi focalizzato sulla prestazione di Leao contro il PSG, evidenziando una mancanza di contributo significativo alla squadra: “In quelle partite là non mi dai mai niente come prestazione: toccare 50 palloni, proteggere la palla, far salire la squadra, fare un uno-due, un cambio gioco. Quello è essere un giocatore non prendere il pallone, abbassare la testa, fare un tacco o una sceneggiata… Contro il PSG lo hanno lasciato tante volte uno contro uno e non si è mai visto.”
Queste parole di Cassano, sebbene dure, sembrano riflettere un sentimento comune di frustrazione verso le prestazioni di Leao, che nonostante il talento e le aspettative, non è ancora riuscito a confermarsi come una stella incontestata del calcio italiano.