La Cassazione: “Le mance possono essere tassate”

La Cassazione: “Le mance possono essere tassate”

Per la Cassazione le mance possono essere tassate. La Corte Suprema ha accolto il ricorso del Fisco contro un concierge.

ROMA – Per la Cassazione le mance possono essere tassate. In una sentenza del 30 settembre, riportata dal Corriere della Sera, la Corte Suprema ha accolto il ricorso presentato dal Fisco contro un concierge, che aveva incassato in un anno più di 80mila euro di mance versate regolarmente sul proprio conto corrente.

Da qui la lunga battaglia con il Fisco che si è conclusa con la decisione della Cassazione. Le mance, quindi, possono essere tassate e la sentenza rischia di essere un precedente importante anche per il futuro.

Le motivazioni

Nelle motivazioni i giudici hanno citato l’articolo 51 del Tiur e precisato che “il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in generale a qualunque titolo percepiti nel periodo di imposta, anche sotto forma di erogazioni liberale, in relazione al proprio contratto di lavoro“.

Per la Cassazione, quindi, le mance derivano dal rapporto subordinato e di conseguenza sono una entrata “sulla cui percezione il lavorare può fare, per esperienza, ragionevole se non certo affidamento“. Una sentenza, come detto, destinata a creare un precedente importante anche in altre vicende simili.

Tribunale

Condannato il lavoratore

La sentenza della Cassazione condanna il dipendente al pagamento dell’Irpef sugli 80mila euro ricevuti sotto forma di mance. Soldi che, come precisato dai giudici, fanno reddito soprattutto perché si tratta di una entrata quasi sicuramente certa e per questo motivo il lavoratore può fare affidamento.

Un documento che rischia di essere un precedente importanti. Il Fisco nelle prossime settimane decidere di richiedere anche ad altri lavoratori le tasse per le mance depositate sul proprio conto bancario. Si tratta di una vicenda sicuramente particolare e che si è conclusa con una sentenza storica.