L’opera idraulica, realizzata per ridurre le acque durante la piena di un fiume, sono presenti in Emilia ma non in Romagna.
Negli ultimi giorni l’Emilia Romagna è stata teatro di drammatiche piogge, portando alla piena dei fiumi e alla conseguente evacuazione di numerosi cittadini (alcuni sono morti). Tuttavia, in questi casi ci sarebbero le cosiddette “casse di espansione”, un sistema idraulico per contenere le acque dei fiumi.
Questo sistema, chiamato anche bacino, sarebbe un’opera idraulica concepita e realizzata per ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume, tecnicamente “tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena”.
Come funzionano?
Potremmo definirlo, in parole povere, come un temporaneo “parcheggio” artificiale per le acque, favorendone poi il deflusso controllato. In questo modo quindi, è possibile alleggerire la piena, la portata e la pressione dell’acqua.
Al raggiungimento di un determinato livello del corso d’acqua, una parte della portata del fiume viene deviata nel bacino artificiale “di espansione”, in modo che la portata di un fiume si attenui evitandone l’esondazione.
Pensate ad una vasca da bagno senza il tappo dello scarico: se aprite l’acqua con una pressione leggera, quella che esce subito scorre via; se, sempre col tappo aperto, l’acqua viene aperta con una pressione maggiore, l’acqua che esce dal rubinetto resterà un po’ all’interno della vasca.
Due tipi di casse di espansione
Le casse di espansione di distinguono in due tipologie: le casse in linea (che possono essere o all’interno del fiume) presentano una traversa che sbarra il fiume ma dotata di aperture, che non sono capaci di smaltire tutta l’acqua che arriva.
Le casse laterali, o casse in derivazione, si trovano invece al di fuori del fiume e vengono messe in comunicazione con il corso d’acqua principale. Quindi accade che, quando il livello del fiume è basso nella cassa non entra acqua, mentre quando il livello arriva alla soglia l’acqua entra ma non in maniera incontrollata.
Perché sono presenti solo in Emilia e non in Romagna?
In Emilia ci sono casse di espansione sul Panaro, sul Secchia, sul Crostolo, sul Lenza, e sul torrente Parma. Ma queste si sono rivelate insufficienti, soprattutto dopo il fulmineo cambiamento climatico.
Quella presente a Parma, è composta da un bacino di ritenuta di circa 136 ettari, delimitato da arginature e da un manufatto regolatore dall’altezza di circa 24 metri ed uno sviluppo di 110 metri lineari. Ci sono inoltre a due “becchi d’anatra” laterali che garantiscono una superficie totale di sfioro pari a circa 260 metri. Nella parte inferiore sono presenti tre aperture (“luci di scarico”), regolate con paratoie.