Un fenomeno crescente nei ristoranti di New York vede cassieri virtuali dalle Filippine servire clienti americani, sollevando un dibattito.
Un recente fenomeno nei fast food di New York sta catturando l’attenzione di molti. Si tratta di cassieri virtuali che operano dalle Filippine.
Brett Goldstein, fondatore di una start-up tecnologica, ha condiviso su X (ex Twitter) la sua esperienza al Sansan Chicken nell’East Village, dove è stato servito da una donna filippina su uno schermo.
“È pazzesco. La cassiera sta letteralmente arrivando a NYC con lo zoom dalle Filippine“, ha affermato Goldstein, lodando l’efficienza del servizio.
Cassieri virtuali a New York: scoppia il dibattito
Il tweet di Goldstein, come riportato da Scenarieconomici.it, ha suscitato un acceso dibattito online, con oltre 18 milioni di visualizzazioni. Molti si interrogano sulla moralità di questo modello di business.
Da un lato, si evidenzia la convenienza e l’innovazione, ma dall’altro emergono preoccupazioni riguardo l’equità salariale e il potenziale sfruttamento.
“Non c’è niente di strano se si può pagare questo lavoratore virtuale 5 dollari all’ora rispetto ai 20 dollari di un locale“, commenta un utente, sottolineando la gratitudine e il rispetto che i lavoratori esterni mostrano verso il lavoro.
Chi Zhang, CEO della Happy Cashier, azienda che fornisce il servizio di cassa virtuale, ha dichiarato che l’obiettivo è: “Potenziare le piccole imprese fornendo eccezionali servizi di cassa virtuale, oltre all’assistenza operativa“.
Tuttavia, i cassieri nelle Filippine ricevono uno stipendio base di 112 pesos filippini all’ora, equivalenti a circa 1,98 dollari, con possibilità di incremento grazie a mance e bonus.
L’outsourcing è vitale economicamente per le Filippine, con circa 1,5 milioni di persone impiegate nel settore. La remunerazione più bassa rispetto agli standard di New York solleva però questioni di equità, particolarmente in un contesto dove il salario minimo a New York è significativamente più alto.
Impatti futuri e la sostenibilità di questo modello
L’adozione di questa tecnologia potrebbe avere implicazioni a lungo termine sulla forza lavoro globale. Il dottor Virgel Binghay, professore all’Università delle Filippine, nota che l’avanzamento della comunicazione e dell’automazione rende la collaborazione a distanza più conveniente.
Questo potrebbe modificare significativamente il panorama lavorativo nei prossimi anni. Tuttavia, esiste il rischio che tali pratiche accentuino la disparità salariale e promuovano un modello di lavoro non sostenibile, dove il basso costo prevale sulla qualità e sulla giustizia lavorativa.