Catania, due milioni di beni confiscati a due soggetti mafiosi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Catania, confiscati beni alla mafia del valore di due milioni

Auto polizia

La Dia di Catania ha eseguito la confisca di beni per il valore di due milioni nei confronti di due soggetti legati ai clan etnei.

CATANIA – Il Tribunale del capoluogo etneo ha emesso due distinti provvedimenti di confisca di beni nei confronti di S.M. di 47 anni, imprenditore agricolo pluripregiudicato, considerato vicino alla famiglia mafiosa Di Dio di Palagonia e di O.D.M. di 54 anni, ritenuto esponente di spicco del clan Laudani e legato alla famiglia mafiosa catanese Santapaola.

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I precedenti

La lunga carriera criminale del M. inizia nel 2001 con l’arresto per omicidio volontario tentato, lesioni personali e detenzione abusiva di armi fino alla recente ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, nell’ambito dell’operazione denominata “Iddu”, per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione e lesioni aggravate. Di particolare rilievo, è il procedimento penale che nel 2007 ha portato all’arresto del Marletta, unitamente ad altre tre persone, tra le quali F.O., appartenente alla famiglia mafiosa Di Dio di Palagonia, per i reati di usura, estorsione e porto abusivo di armi in luogo pubblico.

https://www.youtube.com/watch?v=R6GECul_weM&ab_channel=PupiaCrime

La mafia a Catania

Nella relazione semestrale sulle organizzazioni mafiose, la Dia ha fotografato questo contesto: quella catanese è una mafia diversa da quella palermitana. È più fluida e flessibile. E meno legata ai confini di un determinato quartiere o cittadina.
In provincia di Catania e nello stesso capoluogo, la presenza di storiche e strutturate famiglie mafiose – scrive la Dia – non impedisce la parallela esistenza di aggregati criminali di livello inferiore, ma non per questo di minore aggressività e pericolosità. Si aggiungono poi sodalizi ancor meno organizzati, perlopiù votati a reati di tipo predatorio, caratterizzati da una certa fluidità delle alleanze e dalle cui fila le consorterie maggiormente consolidate traggono manovalanza“.

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ultimo aggiornamento: 9 Ottobre 2020 8:11

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