Terrificante, picchia la compagna e la segrega in casa: l’assurda giustificazione

Terrificante, picchia la compagna e la segrega in casa: l’assurda giustificazione

Shock a Catania: 31enne arrestato per aver maltrattato e rinchiuso in casa la compagna. La sua motivazione è assurda.

Tragico episodio di violenza domestica a Santa Maria di Licodia dove un uomo di 31 anni è stato arrestato: sequestra e picchia la compagna per impedirle di andare al lavoro. Un’amica della vittima ha scoperto la vicenda e avvertito in modo immediato i carabinieri. L’uomo ha confessato un dettaglio folle.

Drammatico: picchia e sequestra in casa la compagna

Santa Maria di Licodia, una tranquilla località, è diventata il palcoscenico di un grave episodio di violenza domestica. I carabinieri hanno arrestato un 31enne con l’accusa di maltrattamenti e sequestro di persona dopo che aveva aggredito e rinchiuso la compagna di 29 anni nella loro abitazione. L’intervento delle forze dell’ordine è scattato grazie a una telefonata dalla Lombardia, effettuata da un’amica della vittima.

I carabinieri hanno trovato la giovane donna legata, con evidenti segni di percosse su braccia e gambe, e in uno stato di evidente choc e sofferenza fisica. L’uomo ha immediatamente ammesso di aver “fatto un guaio”, giustificando il suo comportamento con una forte gelosia.

Il ricovero

Dopo la liberazione, i carabinieri hanno trasportato la donna al pronto soccorso dell’ospedale di Paternò, dove i medici le hanno diagnosticato una prognosi di cinque giorni. Nel frattempo, hanno trasferito l’aggressore presso il carcere di Piazza Lanza. La vittima ha ricevuto assistenza per le lesioni subite. Inoltre, è emerso che la donna aveva già tentato più volte di fuggire dalla relazione abusante, cercando di risparmiare denaro con diversi lavori.

Tuttavia, ogni suo tentativo di guadagnare autonomia veniva sistematicamente bloccato dal compagno. Lui esercitava un controllo ossessivo su di lei, arrivando a monitorare ogni suo movimento e a limitare la sua libertà. Non solo le impediva di gestire liberamente il telefono, ma le sottraeva la sim card, rendendole impossibile comunicare con l’esterno o chiedere aiuto, isolandola ulteriormente da amici e familiari.